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L'AREA SAN MARTINO A CAMPESE
Nella tradizione, sia campesana che della sponda destra del Canale di Brenta, S. Martino è l’antico luogo di culto dove in particolare "si portavano i morti" e dove si trova sepolta, per riapparire a chi è capace di vederla, la mitica campana d’oro. Queste sono due indicazioni di non poco conto che ci portano a pratiche di culto antichissime e sicuramente precristiane. Il recinto di S. Martino si connota quindi come il luogo della necropoli dove convengono tutti gli abitanti del territorio della sponda destra della Brenta. Oltre a questo la tradizione indica anche una Strada dei morti che dai margini dei prati sale lungo la costa del monte dirigendosi verso Nord. Attualmente Il luogo ci si presenta nella ristrutturazione settecentesca e ottocentesca ed è ancora evidente il recinto caratterizzato dal muro di cinta che specie verso valle fanno assumere a S. Martino l’aspetto di chiesa fortificata. Gran parte dell’area è ora occupata dalle successive espansioni edilizie che hanno notevolmente ingrandito la primitiva chiesa edificata, in epoca longobarda o franca, proprio all’interno dell’antichissimo recinto-necropoli Recentemente, nel mese di settembre del 1996, durante i lavori in un cantiere della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Verona per il risanamento e il drenaggio dei muri, sono emersi interessanti elementi che ci fanno capire ancora di più l’importanza storica del luogo. Rimosso il pavimento in cemento costruito nel 1900 - 1901 venne in luce il pavimento sottostante, parzialmente conservato, consistente in un battuto di calce, che a sua volta poggia su una "massicciata" di pietre non squadrate di estremo interesse. A sua volta questa, nelle parti in cui è ancora conservata, poggia sopra uno strato più antico dove una prima esplorazione ha messo in luce la presenza di tombe ad inumazione. Nell’esplorazione finora effettuata sono emerse, nel settore occidentale e in particolare nell’angolo Nord-Ovest, delle tombe sconvolte e distrutte nella parte superiore dai vari cantieri che si sono susseguiti nei secoli di storia del monumento, cui erano associati dei tegoloni di fattura tipicamente romana come quelli che si trovano nell’area della villa rustica del fondo Bianchi-Michiel e nell’area di S. Giorgio alla Acque in Angarano. Di queste tombe non è ancora stato messo in luce lo strato inferiore con l’eventuale letto che permetterebbe di avere un’idea più precisa della loro originaria tipologia. L’insieme degli indizi non escluderebbe quindi una datazione attorno alla prima età imperiale, ricordando però che il materiale potrebbe essere di riuso e quindi ci si sposterebbe più avanti nella datazione. Insieme a queste tre sepolture ne sono emerse altre due caratterizzate da una grande e massiccia lastra di copertura poggianti su dei muretti di cui una ancora intatta, l’altra mancante di un angolo. Queste lastre sono di notevoli dimensioni e della stessa qualità e fattura di alcune delle pietre che costituiscono il lastricato davanti alla soglia dell’antico portale Sud per cui si può pensare che parte di queste siano frammenti di altre lastre di copertura poi così riutilizzate.
RITROVAMENTI A MEZZACOSTA Su un piccolo pianoro di mezzacosta sulla destra orografica della Valle di San Martin è stato ritrovato un complesso di ruderi comprendente muri di fondazione in pietra a secco di pianta rettangolare misuranti circa metri 7 per 5.30 con a monte dei muri a secco e all’intorno una grande quantità di pietre. Si potrebbe trattare di un insediamento di mezzacosta molto antico e che comunque ripropone la tipologia già riscontrata in valle che consiste nel sepolcreto o necropoli sul fondo valle a piè del monte e, sulla costa soprastante in corrispondenza di un pianoro, una installazione cultuale o difensiva. E’ da notare che nel caso di San Martino lungo il sentiero di collegamento si trova la "pietra con le impronte di San Martino e del suo cavallo". Ci troveremmo quindi di fronte a un probabile castelliere, comunque ad un insediamento di mezza costa collegato con la sottostante necropoli.
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