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AREA SAN GIORGIO Solagna
Il colle di S. Giorgio si eleva a Nord di Solagna, protendendosi verso la valle, culminando a 460 metri di altezza con un pianoro di cresta sulla cui soglia occidentale sono edificati la chiesa e l’eremo di S. Giorgio; la cresta poi continua dirupata congiungendosi al margine del massiccio del Grappa. Chiesa ed eremo sono addossati ad una prominenza rocciosa sulla quale sorge il campanile. L’insieme costituisce un naturale sbarramento sulla sponda sinistra del Canale di Brenta e gli aspetti morfologici sono simili a quelli della Bastia di Pove-Solagna a Sud, al Pra Castello e al Casteller di Praventore a S. Nazario. Come questi ha in comune un insediamento sul fondo valle cui è associata una necropoli e una fortificazione sulla spianata del colle sovrastante. Si tratta quindi di insediamenti che, stando ai ritrovamenti a piè di colle, risalgono almeno ad età romana imperiale. La sacralità del luogo è testimoniata non solo dalla chiesa e dall’eremo ma anche dalla sepoltura rupestre nelle vicinanze della sommità. Plinio Fraccaro all’inizio del secolo dà notizia di una tomba "preistorica" e la descrive situata sul declivio occidentale del colle di San Giorgio poco lungi dalla chiesa, scavata nella roccia, larga m. 0,60 lunga m. 1,65 alta m. 0,38 con origliere alto cm.3 e lungo cm.24 cm. orientata da NO a SE. La tomba esiste ancora ed è caratterizzata da una grande coppella posta sul fondo e dall’"origliere". L’orientamento è da Sud ("origliere") a Nord, verso le Alpes Maidres. L’epoca di questa tomba è incerta, comunque la presenza della coppella ci porterebbe ad ipotizzare un contesto precristiano, forse reto-romano o coevo alla presenza attestata ai piedi del contrafforte in contrà Maretini. In questa tomba si può osservare che sul letto, oltre ad un origliere si trova nel mezzo una grande coppella e che l’orientamento è verso Nord dove ci sono quelle creste montane chiamate Alpes Maidres su cui, stando ai racconti, apparivano le fade. Le "Maidres" ci riportano alla "Matres" di cui è attestato il culto in epoca gallica e romana nella Gallia Cisalpina. Questi indizi ci portano quindi in epoca gallica e paleoveneta.
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