TRADUCI IN

 

IL TEATRO ROMANO

Nel 1877, Pacifico Scomazzetto scriveva:
"Un'altra base di pilastro, verso sud, venne scoperta negli avanzi del teatro romano, dietro la cavea, di contro la pianura, verso est.
Morto il proprietario della riva ove esisteva il teatro, venne comperato da certo Sig. Krumi, il quale distrusse tutte le vestigia, lasciando solo il gran dado di pietra, sito fra due soglie di porte.


Esaminando bene il dado trovai due piccoli buchi quadrangolari nella faccia superiore, all'estremità del lato che fronteggia la cavea. Giudico che quei buchi fossero fatti per due ferri che tenevano fissa in quel lato una lastra di pietra, probabilmente una iscrizione. Nello sterro degli avanzi ho trovato 14 frammenti di pietre scritte, alcune delle quali imperiali secondo Momesen, e forse uno dei frammenti appartenevano all'iscrizione del dado.
La proprietà del suddetto stabile, è passato ora, Luglio 87, ad un inglese, certo Jungh.". (Manoscritto inedito, Archivio Gurekian, Pacifico Scomazzetto - "Note sul passato di Asolo", 1992)
Di Pacifico Scomazzetto è pure la planimeria degli scavi che è servita alle discipline di Archeologia delle Venezie e di Topografia dell'Italia antica dell'Istituto Universitario di Padova, sotto la guida del Prof. Guido Rosada, ad iniziare, nel 1988, la campagna di scavi per la riscoperta del monumento.
L'indagine è continuata negli anni successivi fino al 1993 con notevole successo. È infatti stata riportata alla luce la quasi totalità del monumento, per la parte ricadente sul suolo di proprietà della Amministrazione Provinciale di Treviso.
Il Comune di Asolo, in accordo con la Provincia di Treviso, ha approntato il progetto di restauro e valorizzazione del monumento.
I lavori che prevedono la creazione di un'area museale aperta al pubblico avranno inizio nella primavera del 1997.