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TORRE CIVICA di Bassano del Grappa

La Torre Grande ci guarda e ci protegge dal 1349, anzi da prima, giacché questa data non è riferita alla sua fondazione ma è collocata solo sul primo documento scritto che la cita.
Un altro simbolo urbano, il Ponte Vecchio, connota ovunque, per tutti, la città. Bassano, però, prima ancora che città d'acqua, è città di mura e di torri. Entrambi i manufatti, Torre Grande e Ponte Vecchio, esprimono una presa di possesso del territorio, il controllo dell'impetuosa acqua del Brenta appena scaturita dalla Valsugana, l'uno e l'altra la sorveglianza dall'ultimo rilievo prealpino sul primo nucleo abitato e sulla aperta pianura.
Dall'alto dei suoi quaranta metri la torre esprimeva già in epoca medievale un senso così forte della identità urbana da essere ben presto individuata come simbolo comunale. Non a caso, dunque, il più antico stemma cittadino, probabilmente tardo trecentesco, incastonato sulla facciata del Monte di Pietà, mostra una torre fra due leoni affrontati, la città orgogliosamente difesa dai suoi cittadini. Con il passare di tanti secoli, però, anche la torre finì per mostrare le sue debolezze.
A giusto diritto, perciò, l'Amministrazione comunale decideva di intervenire, in questo sostenuta da un opinione pubblica via via più attenta ai temi della ricostruzione della storia cittadina e alla riscoperta di una antica identità urbana, restituendo alla fine una delle insegne bassanesi più manifeste.

Il restauro presentava alcune difficoltà, prima fra tutte, per evidenza, la collocazione topografica, in pieno centro storico, cantiere per certi versi inaccessibile alle attuali tecnologie. l'intervento, durato per poco più di un anno,^sorvegliato quasi con affetto dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Verona, è stato sostenuto da Banca IntesaBci, da sempre sensibile e lungimirante nell'accogliere e favorire "restituzioni "di notevole interesse storico e documentario.
Dalle antiche postazioni di vedetta, salendo di gradino in gradino, sarà possibile ora avere una nuova prospettiva, confrontando la veduta della Bassano di oggi, fervida là fuori di costruzioni e di imprese, con le testimonianze della Bassano di un tempo, diversa di secolo in secolo, riuscendo magari a cogliere il senso di una fisionomia sempre mutevole e di uno spirito sempre coerente.
Luciano Fabris e Giampaolo Bizzotto

La Torre Civica si innalza per 43 metri dalla piazza Garibaldi, con una struttura portante in mattoni pieni e una muratura perimetrale posta a 35 metri circa: da qui con una struttura più sottile si spinge fino a 41 metri. Un ingresso è a sud, a 8 metri di altezza, e vi si accede attraverso una stretta scala scoperta. Dal primo piano si arriva alla sommità percorrendo sette piani. I lavori di restauro e ristrutturazione della Torre Civica hanno avuto inizio il 16 luglio 1986. All'esterno la struttura muraria si presentava in precario stato di conservazione a nord, dove si rilevavano lesioni dovute a variazioni igrometriche e a est, dove il decadimento era causato da una non trascurabile presenza di organismi vegetali. Sul circoscritto prospetto sud non comparivano lesioni apprezzabili. Sul prospetto ovest gli agenti esterni e l'umidità avevano concorso nel tempo allo sfarinamento delle stuccature e al distacco dei mattoni.

All'interno si manifestavano fenomeni di alterazione delle superfici murarie chimici e biologici (efflorescenza e microflora). Piuttosto seria risultava inoltre la situazione delle scale e dei solai. I tavolati di questi ultimi, sensibili alle variazioni di umidità, subivano imbarcamenti, anche su sollecitazione di carichi accidentali, al limite della soglia di rottura. Per la scala fu prevista fin da subito la demolizione. Per consentire al cantiere di operare in sicurezza e agevolmente sono stati issati ponteggi per complessivi 1o km di lunghezza, tenuti insieme da 4000 morsetti. Il progetto prevedeva una prima fase di interventi di "cosmesi" e di consolidamento del paramento esterno, con la sostituzione dei mattoni mancanti e lesionati, la rifugatura dei giunti tra i mattoni, l'eliminazione della vegetazione spontanea, il rifacimento della pavimentazione dell'ultimo piano, la pulizia sommaria dagli escrementi dei piccioni e la chiusura dei fori per impedire l'entrata dei volatili. Queste prime operazioni furono concluse il 21 aprile 1987. Il 5 giugno 2oo1 sono iniziati i lavori della seconda fase del progetto, relativi al restauro e alla ristrutturazione dell'involucro interno, nonché al completamento degli interventi esterni.

Per il restauro del paramento interno ed esterno sono stati osservati importanti criteri generali: controllo graduabile e selettivo della pulitura in ogni fase e attenzione affinché la pulitura non producesse scarti dannosi per la conservazione di mattoni e pietre e non accelerasse il deterioramento con abrasioni e fratture. L'eliminazione della vegetazione spontanea ha comportato uno studio accurato per la scelta del mezzo di pulizia perché, se l'operazione meccanica risultava di facile attuazione nelle parti più accessibili, essa appariva invece problematica e pericolosa per le zone alte difficilmente raggiungibili. Il diserbo chimico, d'altra parte, sarebbe potuto risultare dannoso se effettuato con prodotti non idonei e personale non esperto.

La sostituzione della scala interna ha visto la necessità di conciliare l'esigenza pratica di una struttura adeguata alla funzione pubblica della torre e l'obbligo di mantenere la tessitura originaria dei telai. Per la scala esterna si è mantenuto il medesimo andamento dell'originale, con un allargamento nella porzione aggettante per ricavare un sottoscala di servizio a norma di legge. Il nuovo gradino è in marmo locale e posto su una struttura non visibile di cemento armato. All'interno della torre è prevista un'illuminazione semplice dei vari piani, affiancata da un impianto specifico per le stanze adibite a esposizione di documenti storici.