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IL DUOMO DI CASTELFRANCO VENETO
Al centro di castello si erge la possente mole del Duomo cittadino, progettato da Francesco Maria Preti (1701-1774) nel 1723 alla giovanissima età di 23 anni, in sostituzione di una preesistente chiesa romanica disposta con abside ad oriente tra la Casa di Giorgione e il Monte di Pietà. Aperto al culto incompleto nell’aprile 1746, il Duomo di S. Maria Assunta e S. Liberale rimase privo della cupola e dell’atrio ideati dal Preti. La facciata fu aggiunta solo nel 1892-1893, su disegni del castellano ingegnere Pio Finazzi. La chiesa non è solo l’opera prima del Preti, ma anche l’opera riassuntiva e più alta della sua vasta produzione progettuale, nella quale sono espresse tutte le sue teorie architettoniche, successivamente riprese in altre chiese della zona (Vallà, Salvatronda, Caselle d’Altivole, Tombolo), nel Teatro Accademico di Castelfranco e nelle ville Pisani, a Stra, e Corner, a Cavasagra di Vedelago. Il Preti assume come modello di riferimento la palladiana chiesa del Redentore di Venezia e fors’anche la veneziana chiesa dei Gesuati. All’interno del nuovo tempio, l’architetto applica le sue teorie, in primo luogo la media armonica proporzionale, cosicchè l’altezza dell’unica e luminosa navata è media armonica tra la sua lunghezza e larghezza. Sul vano centrale si aprono tre cappelle per lato, tra loro comunicanti, sopraelevate di tre gradini.
Tra
le altre: la pala del coro, con la Discesa di Cristo al Limbo di
Giovanni Battista Ponchini (circa 1500-1570), collaboratore del
Veronese, e al lato destro, il Martirio di S. Sebastiano di Palma il
Giovane (1544-1628); negli altari laterali, le pale con l’Omaggio del
Doge Pietro Orseolo a S. Marco, del castellano Paolo Piazza (1560-1621)
e lo Sposalizio di Giocchino ed Anna di Francesco Beccaruzzi (1492-circa
1561); nei vestiboli laterali: i seicenteschi affreschi strappati dalla
chiesa del soppresso convento dei Nella
stupenda quadreria della Sacrestia si possono ammirare sette frammenti
degli affreschi che Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) eseguì
per la villa Soranzo di Treville, demolita all’inizio
dell’Ottocento: sul soffitto Il Tempo e la Fama, sulla parete di
destra le figure della Giustizia e della Temperanza e quattro ovali con
putti alati. Si segnalano inoltre, tra le opere più significative: la
Cena in Emmaus e la Consacrazione vescovile di S. Nicolò di Paolo
Piazza; l’Annunciazione del castellano Pietro Damini (1592-1631), la
Presentazione al Tempio di Palma il Giovane e un San Rocco ai piedi
della Vergine con Bambino, attribuito a Jacopo da Ponte, detto il
Bassano (circa 1515-1592).
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