TRADUCI IN

MONUMENTO A GIORGIONE

 

Di lui così scrisse il Vasari, “Giorgio dalle fattezze della persona e dalla grandezza dell’ anima (fu) poi col tempo chiamato Giorgione...Fu allevato in Vinegia et dilettossi continovamente delle cose d’amore, et piacquaegli il suono del liuto mirabilmente”. Una morbida luce avvolge tutti gli elementi del celebre dipinto e una gran calma domina su tutto.

 

Il verde della campagna, il rosso dei mattoni, le dolci colline, sono stati fermati dall’artista con suggestione altissiama. Le figure e il paesaggio partecipano di una felice fusione, di un concerto che investe anche gli elementi della natura stessa e il senso della rappresentazione: forse i luoghi dove era caduto combattendo il giovane Matteo Costanzo che il genitore affrancato intese onorare facendo eseguire nel 1504 la Pala del genio castellano. Qui tutto è disposto con una sorta di riserva e i colori colgono i valori dell’atmosfera nelle sue sottili vibrazioni, nei dintorni naturali e attraenti della natura.