TRADUCI IN

TEATRO SOCIALE

Nel 1817 un gruppo di facoltosi cittadellesi costituì una Società per il Teatro, prendendo spunto da una analoga associazione di musica filarmonica attiva sin dal 1804. La Società aveva però bisogno di un teatro. Ne venne quindi affidata la progettazione al bassanese Giacomo Bauto, già autore di quello della sua città e inaugurato nel 1811. L'opera venne portata a termine dal vicentino Francesco Cibele.

L'edificio, la cui limpida facciata neoclassica, incompiuta, è attribuita a Giuseppe Iapelli (progettista anche del "Pedrocchi" di Padova) risulta strutturato nei moduli teatrali ottocenteschi: un atrio con botteghe del caffè e frutta ai lati, una sala semicircolare con un palcoscenico (ingrandito nel 1836) ed il golfo mistico, tre ordini di logge o palchetti (assegnati in proprietà ai soci sottoscrittori della Società), una sala da fumo o "ridotto" da utilizzare nelle pause degli spettacoli o per le riunioni dei soci. Le ancor splendide decorazioni "a fresco" furono realizzate da Francesco Bagnara, scenografo e pittore vicentino, che avrebbe dipinto anche il Gran Teatro "La Fenice" di Venezia. L'inaugurazione avvenne con la fiera di ottobre del 1828 e dal 1831 le stagioni si susseguirono regolarmente almeno fino alla prima guerra mondiale, quando Cittadella divenne luogo di retrovia del fronte. Questa prima fase del Teatro può essere definita la più intensa perchè furono ospitati spettacoli tra i più vari: dalla musica lirica alle commedie e tragedie, dai concerti bandistici alle prime prove del cinematografo "Lumière". Con il dopoguerra ebbe avvio la progressiva decadenza del Teatro e i pochi eredi dei soci fondatori si decisero a cederlo nel 1934 al Comune (la cessione sarà perfezionata nel 1950). Nel 1970 il Teatro Sociale riprese appieno la sua attività, diventando anno dopo anno insostituibile simbolo della cultura cittadellese.