FESTE
DEL CRISTO A POVE
Ogni cinque anni
centinaia di persone di Pove del Grappa si mettono in moto per
preparare le Feste del Cristo, come vengono comunemente chiamate
le Feste Quinquennali in Onore del Divin Crocifisso.
Le vie del paese si illuminano e si vestono a festa con archi e
decorazioni, negli angoli caratteristici si rivivono scene
raccontate nella Bibbia, le serate si riempiono di spettacoli,
mostre ed incontri. Ma soprattutto le domeniche rendono Pove
teatro della Processione, grazie alla quale si ripercorre la
storia dell'Antico e del Nuovo Testamento, nonché della
rappresentazione della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro
Signore Gesù Cristo.

Non è facile trovare un contesto cronologico per il Divin
Crocifisso di Pove, ma di sicuro non mente la tradizione che lo
vede opera di un pellegrino di passaggio, boemo o austriaco, che
grato per l’ospitalità lo creò in una sola notte e lo donò al
parroco del paese. L’autore potrebbe essere infatti uno dei
molti artisti itineranti che dal Nord scendevano in Italia.
Comunque anche se dell’esistenza del crocifisso si ha traccia
tarda, solo nel 1519, molteplici particolari di lettura inducono a
ritenerlo opera più antica, difficilmente databile al di là dei
primi anni del XV secolo. Testimoniano ciò l’assenza degli
eccessi espressivi tardo gotici e della modellazione anatomica del
primo rinascimento. Non è però in ambiente italiano che nasce il
modello espressivo del nostro Crocifisso. Si può trovare qualche
traccia di confronto seguendo la traccia boema in quell’ambiente
che si va aprendo all’intensa fioritura delle “belle
Madonne”, diffuse poi largamente in Europa. Un linguaggio
similare al crocifisso povese si può ritrovare nella testa del
Cristo rappresentato nella Croce trionfale della ex collegiata di
Szamotuly, in Polonia, datata verso il 1380.A partire dal 1795,
con l’arrivo sul territorio prima degli austriaci e poi dei
francesi, Pove comincia il suo calvario: la sua comunità e la sua
gente vengono assoggettate per mesi ed anni a continui saccheggi e
ruberie che sarebbero durate con qualche tregua sino al 1813. Nel
1797 è conservato nel Libro Giornale del Commune di Pove
l’indicazione di “far nettar le strade… per la processione
del Cristo”. In un preciso momento di crisi i Povesi dunque
riprendono in spalla il loro crocifisso e si mettono in cammino
con Lui.
La processione alla fine del Settecento non ha ancora assunto
l’aspetto esterno della sacra rappresentazione, né è ancora
divenuta quinquennale come lo diventerà più tardi a partire dal
1815.
La prima menzione storica di una festività povese in onore del
Crocifisso, destinata a ripetersi ogni quinquennio, cade nel 1832.
L’occasione è offerta da una visita pastorale del vescovo
diocesano. Già in quell’anno la manifestazione aveva assunto i
connotati di una religiosità popolare con caratteri di culto
legati ad un culto quinquennale e ad una scadenza precisa: la
prima domenica di Settembre. Tuttavia, per avere la possibilità
di controllare come la processione di Pove anima e movente
dell’attuale festa quinquennale, nata nel 1815, abbia potuto
sviluppare e portare a compimento le potenzialità del Cristo
d’oltralpe, bisognerà attendere la seconda metà del Ottocento.
Nella ricorrenza festiva del 1885, infatti, i Povesi avrebbero
cominciato ad affiancare alla tradizionale processione per le vie
del paese una specie di dramma e rappresentazione sacra. Si
trattava secondo la stampa dell’epoca di un semplice avvio
sperimentale, accolto comunque subito con successo.

Nel 1910 le Feste Quinquennali in Onore del Divin Crocifisso hanno
assunto agli occhi di molti una grande risonanza impegnando anche
la presenza del vescovo della diocesi. Dopo l’intervallo della
Prima Guerra Mondiale nel 1915, le feste del Cristo riprendono con
maggiore entusiasmo e fervore. Il grande avvenimento preparato per
il 1920 torna a richiamare intorno alla venerata immagine “un
immenso concorso di popolo”, assetato di pace e di
riconciliazione. Si calcola, confidano i cronisti, che alla
processione della domenica e all’illuminazione del sabato sera
siano state presenti a Pove quasi quindicimila persone.
L’attenzione della folla, in questa prima Festa del dopoguerra,
sembra rivolta oltre che ai soliti festoni e archi trionfali anche
alla novità dell’illuminazione elettrica della chiesa
parrocchiale. Una marea di gente curiosa e devota accorse
richiamata dalle luci e dal fragore dei mortaretti e dai concerti
della banda. Il corteo è aperto da Gesù Bambino con il mondo in
mano e da Giovanni Battista; li seguono, intervallate da angeli,
le varie rappresentanze della vita associativa parrocchiale e
vicariale, con i relativi stendardi. Centralmente sfilano i
simboli della Passione del Signore, i dodici apostoli preceduti
dalla banda del paese ed infine il Crocifisso protagonista della
festa, seguito dalle tre Marie. Da ultimo viene il clero col
baldacchino e la reliquia della santa croce, seguita dalle autorità
comunali e dal popolo. Circa 69 complessivamente erano le
comparse. Nel 1930 i personaggi sono presumibilmente triplicati e
con il passare dei lustri, accanto ai segni della tradizione
religiosa, si affiancano altri segni e tradizioni non meno
interessanti e folcloristici, come la pesca di beneficenza ed i
concerti bandistici.