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LA GRANDE BATTAGLIA SUL MONTE GRAPPA

 

Dalla pianura, intanto, uomini e mezzi venivano inviati al fronte del Grappa a compiere quegli atti d'eroismo che, il 15 giugno 1918, valsero ad arrestare, per respingerlo quindi definitivamente, l'assalto austriaco al monte che da allora veniva dichiarato "sacro alla Patria".


Ai suoi "soldatini" dell'Armata del Grappa, il generale Giardino in quell'occasione così si rivolgeva: "Nella dura battaglia dei giorno 15 voi avete compiuto azioni da grandi soldati ed avete riportata sui nemico una bella e grande vittoria, per il nemico sanguinosa. lo ve l'ho detto. Ora, lo confessa anche il nemico nei suoi bollettini, riconoscendo la vostra fiera resistenza e la furia vittoriosa dei vostri contrattacchi che lo hanno ricacciato subito dai punti da principio conquistati. E, se lo dice lui, voi potete essere tranquilli che io avete bastonato di santa ragione davvero! Ma è avvenuto qualche cosa di ancora più grande, che vi copre d'onore! Il servizio d'ordine, stabilito a tergo delle nostre linee ci segnala oggi, con la fede dei rapporti raccolti da tutti I settori, che, durante l'infuriare delle artiglierie e delle fanterie nemiche nella lunga battaglia, non ha avuto da prendere e da ricondurre sulle linee neppure un uomo in tutta l'Armata! Figli miei, lo non posso che dirvi: Bravi! e rilasciarvi questo diploma di onore. " Ma vi addito tutti all'ammirazione ed all'amore della Patria!".


Ma più alto elogio il Presidente del Consiglio dei Ministri tributava nel discorso dei Senato, così parlando della battaglia de Grappa: "Sul Grappa, il Monte della Patria, il nemico trovò contro di sé quella ferrea invitta 4^ Armata, che già dopo la fiera sua ritirata dal Cadore, era riuscita a saldamente arginarlo fra difficoltà che oggi stesso a ricordarle sembrano leggende. Questa volta essa ha funzionato come una molla di acciaio dalla tempra perfetta: compressa, ha reagito quasi automaticamente e ributtato il nemico sfracellandolo contro le gole e le valli. Il legittimo orgoglio dei Generale che la comanda si è espresso in quest'unico desiderio, che il glorioso Monte, con le sue ciclopiche opere di difesa, sia dallo Stato dichiarato Monumento Nazionale. E invero più che gli archi marmorei e i monumenti dorati, le pietre del Grappa, santificate dal sangue dei nostri Eroi, sono degne di attestare il valore di tutto l'Esercito e di esaltarne il nome attraverso i secoli".
li Generale Giardino, nel darne partecipazione all'Armata con l'ordine dei giorno del 23 giugno, soggiungeva:
"Queste parole pronunciate dal Capo dei Governo, in Roma, dinanzi alla Maestà del. Senato italiano, sono il più alto dei premi per noi tutti. Ma per noi tutti sono anche il più sacro degli impegni d'onore! Armata dei Grappa! Non si passa! E non sono passati. E non passeranno! E passeremo noi!".

La magnifica vittoria, che aveva fatto naufragare in clamorosa sconfitta l'offensiva nemica, aveva rafforzato negli animi esultanti dei nostri soldati il fermo proposito di riportare avanti le gloriose bandiere per liberare i fratelli oppressi. I soldati del Grappa avevano raccolto il grido dolorante ed obbedito al commosso appello con cui il Generale Giardino li invitava a cantare la Canzone dei Grappa:
"Soldati miei! Alle balze del Col Moschin echeggiò commossa la voce gemente dei fratelli schiavi. I fratelli in arme vi protesero intenti l'orecchio e l'anima e ne bevvero la parola e l'armonia come baci di un'amante incatenata. Così, ecco a voi, soldati del Grappa, la canzone d'amore e di fede che da Fonzaso, a Feltre, a Belluno sospira dolente fra le catene austriache. Ancora per poco, soldati del Grappa! Imparatela tutti. Sentite che ardenti lacrime vi sono dentro! Sospiratela piano anche voi, nelle veglie sul Monte, come un giuramento d'armi. Cantatela dolce nel raccoglimento serale delle vostre tende, come una canzone d'amore. Cantatela balda nelle vostre marce, come promessa di liberazione. Giorno verrà che vi chiamerò alla riscossa. Allora cambieremo la musica, e voi, questa dolente canzone la farete ruggire come tempesta, sul viso e sul capo dell'Austriaco, tra il lampo delle vostre baionette. E sarà la liberazione e la vendetta: A Voi!".