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MONTE GRAPPA IL NUOVO FRONTE
Sul monte Grappa, nel 1918, l'esercito
italiano arrestò, sotto la guida del gen. Gaetano Giardino, l'avanzata
nemica verso la pianura veneta. Nel
1916 fu costruita la strada Cadorna: collegando Romano d'Ezzelino alla
vetta, essa si sviluppa costantemente sul versante sud, al riparo del
fuoco nemico. Gran parte dei trasporti, sia di materiali come di uomini, era però affidata alle teleferiche: opere ingegneristiche di elevata complessità per quei tempi, esse superavano i pendii più scoscesi ergentisi tra la pianura ed il ciglio dell'acrocoro sommitale. Nel settembre 1918 esse raggiunsero il ragguardevole numero di ottanta. Tra le principali ricordiamo quella che da Crespano portava sotto la cima e quella che dalla Valle di Santa Felicita conduceva al Col Campeggia e quindi ai Colli Alti. L'approvvigionamento idrico fu
assicurato da appositi impianti, tra i quali ricordiamo quello di San
Nazario, di Valle Santa Felicita, di Borso, di San Liberale, di
Campeggia, del Covolo e di Caniezza. Fra le numerose opere di difesa
costruite in caverna per postazioni delle artiglierie e delle
mitragliatrici e per ricovero delle truppe, quella che tutte sovrasta è
la grande Galleria Vittorio Emanuele II°. Essa è formata da un tronco
principale che, sviluppandosi sotto il costone di cresta, pone in
comunicazione il versante scendente a sud verso il Cason d'Ardosa con
l'estremo sperone nord. Da questa, che costituisce il corridoio centrale
lungo 1400 metri, si dipartono numerose diramazioni laterali che
adducono alle batterie ed agli appostamenti per le mitragliatrici. Lo
sviluppo complessivo della Galleria è di 5153 metri ed il suo armamento
di 25 batterie.
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