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VINI DI GAMBELLARA

 

La bassa Valle del Chiampo, terra vicentina ai confini con il territorio veronese, dove terminano le ultime propaggini dei Monti Lessini, si sviluppa intorno all'abitato di Gambellara.


Da sempre area tenuta in grande considerazione dai buongustai per la produzione locale di vino, del quale si ha testimonianza sin dall'epoca romana: tant'è che oggi Gambellara, Montorso, Zermeghedo e Montebello Vicentino sono di gran lunga più famosi per il loro prodotto che non per fasti e nefasti guerreschi.

In questa zona, tra pendi ora dolci ora più impervi, il terreno è in gran parte formato da basalti e da tufi terrosi di origine vulcanica. Le rocce, facilmente friabili, costituiscono la parte preponderante del rilievo collinare, terreno ideale per le vigne dell'uva Garganega e del Trebbiano del Soave, che danno vita al Gambellara: un vino bianco multiforme, offerto nelle forme più disparate.

Gambellara: da un uvaggio assai simile al suo vicino veronese, il Soave. Giallo nel colore (dal paglierino al dorato) di odore vinoso con profumo caratteristico, questo vino a D.O.C. si presenta di sapore asciutto, di corpo medio, appena un po' amarognolo. Se le uve provengono dalla zona collinare più vocata e di più antica tradizione, esso può fregiarsi della qualifica "Classico": in questo caso la qualità delle uve produce una gradazione alcolica minima naturale più elevata.
Sulla tavola sposa magnificamente antipasti, primi piatti, secondi leggeri, formaggi e piatti a base di pesce.


Gambellara Recioto: nasce dalle uve del gambellara, colte e lasciate riposare sui graticci e spremute dopo un certo appassimento. È l'unico vino fuori della provincia di Verona al quale è consentito di portare questo antico nome, segno di unicità e distinzione nel patrimonio enologico mondiale.
Si presenta di colore giallo dorato, con un intenso profumo di fruttato, con sapore armonico, amabile, con un lieve gusto di passito, retrogusto amarognolo e con qualche venatura di frizzante, piacevolissima, determinata dalla prosecuzione in bottiglia del processo fermentativo.
La gradazione alcolica minima deve essere di 12°, ma è facile trovarla più elevata.
Si impone come vino da dessert e come vino da incontro. In quest'ultimo caso è meglio fare attenzione: la simpatia suscitata dal suo consumo non deve far dimenticare il tenore alcolico, non propriamente leggero.
Può essere anche spumantizzato, utilizzando il metodo Charmat con fermentazione in autoclave per breve tempo.


Vin Santo di Gambellara: l'unico del Veneto a portare questo nome che abitualmente contraddistingue vini analoghi di altre regioni. Si ottiene dalle uve migliori, lasciate lungamente appassire in maniera da accrescere il più possibile la concentrazione zuccherina, pigiate con spremitura soffice. Il mosto così ottenuto viene posto in botticelle, a loro volta lasciate in luoghi aperti in modo da subire per intero il freddo invernale. Questo processo favorisce una naturale decantazione del vino, che a primavera si presenta limpido e viene travasato in botti per la prosecuzione della fermentazione, che avviene molto lentamente, dove dovrà stare per almeno un anno. Il processo si completa con il travaso definitivo che sarà portato al consumo, al cui interno il Gambellara deve riposare per un altro anno. Al consumo ha almeno 14°, si presenta dicolore giallo ambrato e con un forte profumo di passito, vellutato, armonico e dolce al gusto.
Tale processo consente di ottenere un prodotto prezioso in tutti i sensi, per qualità, gusto e valore commerciale.