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ITINERARIO DELL'ARTIGIANATO LOCALE

 

 

La Ceramica Bassanese

 

Pare che non vi sia nessun altro materiale, nessuna altra tecnica, nessun'altra arte che, come la ceramica, abbia accompagnato la vita dell'uomo sulla terra. Seconda, in ordine di tempo, solo alla lavorazione della pietra e delle ossa di animali, la ceramica è da millenni diffusa in tutto il mondo tanto da poter essere definita una materia ecumenica, connaturata con ogni tipo di esperienza umana.

Il patrimonio artistico conservato presso il Museo Civico della Ceramica di Nove viene impreziosito dalla interessantissima collezione di fischietti generosamente donata da Nino Athos Cassanelli. Sono oggetti provenienti da tutto il mondo che permettono di creare una prima sezione espositiva specifica su questi simpatici manufatti, che da sempre hanno attratto e coinvolto eccezionali artisti e artigiani a Nove, in Italia e in tanti altri paesi del mondo.

Dopo una visita al museo della Ceramica di Bassano e a quello di Nove, è possibile fare shopping tra i numerosissimi negozi e laboratori di ceramica presenti in entrambe le località. Un prodotto carino in ceramica e soprattutto il simbolo del bassanese è il fischietto denominato "Cuco" che si può trovare in centinaia di forme diverse.

 

 

 

Il Mobile d'Arte Bassanese

 

Nel periodo fra le due guerre mondiali l'industria di mobili artistici bassanese si sviluppò ulteriormente. Il Bussandri allargò la sua bottega, continuando per molti anni l’opera di restauro; il figlio sviluppò poi l’attività introducendovi anche la lavorazione del mobile d’arte. Allo stesso modo sorsero le aziende degli Zichele a Mussolente, dei Maroso, dei Basso, e da queste aziende si staccarono altri artigiani per lavorare in proprio.

Bassano ed il suo territorio sono oggi diventati un centro di produzione del mobile artistico e la lavorazione del legno e dei mobili nel comprensorio è arrivata ad occupare circa il 10% di tutti gli addetti all’Industria e Artigianato.

La maggior parte di negozi di mobili d'arte bassanese si trovano percorrendo la statale che da Rosà porta al centro di Bassano del Grappa. Altri si possono trovare lungo la statale che collega Marostica a Bassano.

 

 

 

La Lavorazione dell'Oro

 

L'arte orafa della zona vi Vicenza e Bassano del Grappa ha origini antichissime. Esistono tracce di lavorazione di lamette d'argento, rame e stagno da parte delle popolazioni paleovenete già a partire dal secolo IV a.C. Risale al 1339 il primo documento ufficiale in cui vengono citati gli orafi della zona. Si parla infatti di un posto concesso tra gli anziani ad un esponente della Fraglia (Corporazione degli Orefici).Lo splendore dell'oreficeria bassanese raggiunse l'apice alla fine del 1700 e negli anni dell'Unità d'Italia grazie all'avvento delle macchine portate con la Rivoluzione Industriale. Dopo un periodo di crisi, il settore si riavvia con la produzione di catename appena dopo la fine della Prima Guerra mondiale.Vicenza, assieme a Valenza Po ed Arezzo, è oggi parte del "Triangolo dell'Oro" d'Italia con specializzazione più nell'oreficeria che nella gioielleria.

La produzione orafa vicentina e bassanese si basa molto sul catename e su monili di alta oreficeria di stile antico ed anche moderno. La maggior parte di aziende orafe si trovano nella zona di Bassano del Grappa e le loro dimensioni e dotazioni tecnologiche sono decisamente competitive e all'avanguardia da molti anni.

In centro storico a Bassano si possono trovare numerosi negozi che propongono una vastissima scelta di catename in oro di forme originalissime ed altri monili in oro molto curati nei minimi particolari.

 

 

 

La Lavorazione del Tessuto

 

L'arte della lavorazione dei tessuti nella zona bassanese è stata negli ultimi 2 secoli una delle principali attività economiche. Tra le aziende storiche troviamo La tessoria Asolana di Asolo e quella Egger di Mussolente. Entrambi i laboratori e negozi sono raggiungibili facilmente dalla strada che collega Bassano del Grappa ad Asolo.

Dopo 5 km. da Bassano si arriva in località Mussolente dove alla rotonda della cittadina bisogna svoltare a nord e proseguendo per circa un chilometro e mezzo si trova sulla sinistra un ponticello che conduce direttamente alla tessoria Egger. Questa azienda produce tessuti dal 1877 e rappresenta per il bassanese un vero esempio di tradizione e qualità produttiva che dura nel tempo.

Dalla strada statale di Mussolente si può proseguire in direzione Asolo/Montebelluna per raggiungere la Tessoria Asolana che si trova un km. prima del centro di Asolo sulla sinistra.

Il laboratorio della Tessoria Asolana si trova al piano terra di una delle più antiche fucine per la lavorazione del ferro d'Italia. L'edificio risale al '400 ed è stato splendidamente restaurato, conservandone l'imponente struttura in pietra.

 

All'interno dell'opificio, dove un tempo battevano i magli, oggi cantano i telai, intrecciando con eleganza i fili delle stoffe. Mentre sui ripiani delle pareti sono stipati i morbidi gomitoli colorati di seta.


 

L'Arte della Stampa

 

I Remondini. Furono i Murdoch d’un tempo. Le loro immagini venivano distribuite ovunque, dalla Patagonia alla Siberia, dall’Irlanda all’Impero Ottomano, influendo non poco sulla storia dell’iconografia oltre che della comunicazione.

Bassano era il cuore di questo impero mediatico allora davvero universale. Qui venivano stampati e personalizzati nelle diverse lingue i materiali per ogni luogo raggiungibile del mondo. Qui venivano a rifornirsi coloro che questo mondo percorrevano a piedi: due grandi centrali distributive, quella dei Tesini che percorrevano l’Europa, dalla Germania ai Paesi nordici per poi spingersi ad ovest verso le Americhe, e gli Schiavoni cui era affidato l’intero est del mondo, sino al Pacifico.
Ai Remondini Bassano del Grappa dedica un Museo dove sono presentate le storiche raccolte dei materiali della grande dinastia di stampatori-imprenditori. Il patrimonio remondiniano raccolto dai Civici Musei di Bassano del Grappa è imponente: complessivamente si tratta di 22.500 pezzi, compresi tutti i più celebri fra i “prodotti” della casa e, non ultimi, i grandi capolavori dell’incisione italiana ed europea da loro raccolti, da Durer a Tiepolo. Il nuovo Museo Remondini, si presenta come il più importante museo dedicato alla stampa in Italia.
In centro a Bassano del Grappa si trova il negozio più rappresentativo e riconducibile all'attività dei Remontini: il negozio Grafiche Tassotti. Qui è possibile fare shopping tra una buona scelta materiale di qualità.

 

 


La Lavorazione della Paglia

 

Questa manifattura fu introdotta nel corso del '600, quando si sostituì alla "dimessa fabbrica dei panni". Vi sono diverse ipotesi concorrenti atte a stabilire l'origine di questa vera e propria cultura lavorativa. Attenendoci alla tradizione crediamo più veritiera quella che vuole quest'abile tecnica importata intorno al 1640 da Nicolò Dal Sasso (1606?-1680?) chiamato anche Nicoletto Dallo Stabile, di professione legnaiolo e originario di Lusiana nel vicentino.

Il successo fu repentino e la tecnica venne col tempo affinata e migliorata. I cappelli di paglia divennero uno dei prodotti principali di esportazione per questa zona dell'Alto Vicentino e spesso ne venivano spediti interi pacchi addirittura in America, in Asia, oppure in Africa. L'esportazione in paesi come la Francia, l'Inghilterra o la Germania fu per un certo periodo normale e frequente.
Nacquero dei veri e propri maestri cappellai, degli esperti nel settore che venivano chiamati con frequenza in varie parti d'Italia ad insegnare questa o quella tecnica.
A Marostica esiste un museo dedicato ai Cappelli di paglia e lungo la strada che porta a Bassano non è difficile trovare qualche piccola bottega che vende sedie impagliate artigianalmente, e manufatti in paglia. La prima settimana di aprile di ogni anno a Romano d'Ezzelino è possibile ammirare ed acquistare vari oggetti costruiti artigianalmente ed al momento in paglia durante la manifestazione "Il Palio di Romano".

 

 

Le Pipe di Borso

 

Queste pipe dalle forme un po'insolite, con la canna e il fornello ricchi d'intagli ornamentali, vengono ricavate dai legni di carpino e di marasca che emanano un aroma caratteristico. Oggi, come un tempo lontano, la pipa è rimasta integra nella lavorazione e nei materiali.

La presenza austro-ungarica ha lasciato, forse, a Borso qualcosa in più. Infatti, proprio in quel periodo è iniziata l'attività di lavoro del legno, che ha portato un numero consistente di famiglie a dedicarsi alla produzione della pipa. In un primo momento una pipa per il fumo, successivamente, forse per testimoniare gli eventi mondiali, che hanno reso sacro il Grappa, il fornello e la pipa intera hanno assunto anche una funzione ornamentale. E non c'è stato turista illustre del territorio che non abbia portato con sé un così piacevole ricordo, rappresentato dalla Pipa di Borso. Dopo il secondo dopoguerra la lavorazione della pipa, più intensa nella stagione invernale, si estese a circa il 70 % delle famiglie e così anche la sua diffusione si espanse.

E. Hemingway e J. Dos Passos durante i giorni trascorsi a Borso, quali militari volontari dagli U.S.A. nel 1917/18, furono colpiti dall'abilità degli intagliatori e dalla fantasia nel creare soggetti tanto singolari e diversi. Gli anziani del paese, ricordano i due uomini colti americani, raccontano che essi si soffermavano ad osservare incuriositi ed affascinati i vecchi, rimasti al loro lavoro abituale, sia pure tra il frastuono della guerra.