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ITINERARIO ARTISTICO JACOPO DA PONTE

 

 

 

BASSANO DEL GRAPPA
Chiesa parrocchiale della Ss. Trinità
LA SANTISSIMA TRINITA' (1547)
Jacopo Bassano - olio su tela

Commissionata il 6 novembre 1533 a Francesco il Vecchio, la pala venne dipinta da Jacopo e, per motivi a noi ignoti, consegnata solo nel 1547.
Essa ornava l'altar maggiore dell'antica chiesa di Angarano, demolita e ricostruita da Giovanni Miazzi nel Settecento. Nel nuovo edificio sacro venne collocata sul fondo dell'abside, in alto, dove ancor oggi la vediamo. Lo schema compositivo presenta affinità con un'incisione del tedesco Sebald Beham, con la Trinità (1535) del Pordenone per il Duomo di San Daniele e con quella in marmo scolpita da Krone per la chiesa di Santa Corona a Vicenza. In basso, sullo sfondo, si stende una limpida veduta di Bassano con il Grappa.
In quest'opera d'alta qualità pittorica Jacopo con sicuro effetto contrappone l'elemento manieristico della zona celeste col verismo del vasto paesaggio.

 

MAROSTICA
Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio
LA PREDICA DI SAN PAOLO (1574)
Jacopo e Francesco Bassano - olio su tela

Questa grande pala, datata 1574, è il primo esempio di opera firmata da Jacopo con il figlio Francesco. La scena è ispirata dal brano degli Atti degli Apostoli, che narra come San Paolo, "ritto in piedi in mezzo all'Areopago", predicò agli ateniesi, riuscendo a convertirne alcuni e a dar così vita alla comunità cristiana in Grecia.
La composizione viene ordinata secondo lo schema prospettico che caratterizza le pale d'altare prodotte dalla bottega dapontiana degli anni Settanta. Alla mano di Jacopo spettano le figure in primo piano, rese con solida plasticità e brillante cromatismo; probabilmente al figlio Francesco son dovuti le altre figure più evanescenti in secondo piano, la quinta architettonica e il paesaggio.

 

SAN LUCA DI CROSARA
Chiesa parrocchiale di San Luca
DEPOSIZIONE (1537 - 1538)
Jacopo Bassano - olio su tela

La pala, non datata né firmata, è stata sempre attribuita dalla critica all'attività giovanile di Jacopo e ora, grazie alle notizie fornite dal libro dei conti della bottega dapontiana, ha una precisa collocazione cronologica al 1537 -1538.
Fu dunque realizzata nello stesso tempo di altre opere presenti nei dintorni di Bassano: la decorazione freschiva della chiesetta di Santa Lucia a Santa Croce Bigolina, la pala di Pove, la pala e gli affreschi di Cittadella, con cui mostra affinità stilistiche. Come in tutti questi lavori tra loro coevi, Jacopo qui manifesta d'aver accolto gli stimoli pordenoniani che coniuga con il tizianismo.

 

SANTA CATERINA DI LUSIANA
Chiesa parrocchiale
MADONNA COL BAMBINO (c. 1534 - 1535)
Jacopo Bassano -olio su tela

Non firmata né datata, questa pala può essere ritenuta per motivi stilistici contemporanea a quella di Fara ora al Museo civico di Vicenza, che, secondo le notizie del libro dei conti della bottega dapontiana, fu eseguita fra il 1534 ed il 1535.
Lo schema compositivo è lo stesso: alla Madonna col Bambino seduta sul trono stanno accanto, più in basso, i due santi. Lo sfondo alle spalle della Vergine non è chiuso da una struttura architettonica ma solo da uno stretto tendaggio, che consente al nostro sguardo di spaziare sull'ampio paesaggio.
Tra le due opere esistono anche affinità nella tipologia, in particolare, tra la Santa Caterina di questa pala e la Maria Maddalena di Fara, e nel tonalismo tizianesco.

 

 

CARTIGLIANO
Chiesa parrocchiale dei Santi Simone e Giuda
DECORAZIONE FRESCHIVA (1575)
Jacopo e Francesco Bassano - affreschi

Questo ciclo di affreschi, datato 1575 e in gran parte ancora ben conservato, costituisce la testimonianza più completa dell'attività di Jacopo e del figlio Francesco come frescanti. Qui il programma iconografico ripete quello, ora perduto, che decorava la chiesa di Enego. Sulla parete di fondo della cappella del Rosario, un tempo abside dell'antica parrocchiale, tra il finto colonnato appaiono, al di là dell'altare, i "Santi Simone Cananeo e Giuda Taddeo", nella parte superiore, due scene bibliche: "Mosé che riceve le tavole della Legge" e "Il sacrificio di Isacco". Sulla parete di destra sono raffigurati gli episodi del "Peccato di Adamo" e della "Cacciata dal Paradiso terrestre" che si ritengono ancora dipinti da Francesco. La parete sinistra è affrescata con la grande "Crocifissione" a tre croci. Nella scena sono inserite figure che si trovano nei contemporanei quadri di soggetto biblico pastorale e nelle tele di Civezzano. In ciascuna delle quattro vele della volta è rappresentato un Evangelista dialogante con un Padre della Chiesa.

 

SANTA CROCE BIGOLINA
Chiesetta di Santa Lucia
DECORAZIONE FRESCHIVA (1536 - 1537)
Jacopo Bassano - Affreschi

Per commissione di padre Mattia, priore dei benedettini di San Fortunato a Bassano, il 17 ottobre 1536 Jacopo con l'aiuto del fratello Giambattista cominciò ad affrescare la chiesetta di Santa Lucia, allora dipendente dal monastero bassanese. Vennero così dipinti sulle pareti un fregio con diciotto figure di Santi in tondi; sull'arco trionfale l'"Annunciazione", sul sottarco tredici medaglioni con "Profeti". La decorazione fu completata l'anno successivo con un pala finta, sul fondo dell'abside, raffigurante la "Madonna e Santi" e, sul vòlto, il "Padreterno"; sulla facciata esterna, sopra la porta, una "Santa Lucia" e, sul fianco, sopra un altare all'aperto, una "Madonna tra i Santi Lucia e Lorenzo".
Dal degrado in cui erano finiti, gli affreschi sono stati in parte recuperati con il recente restauro. E' questa la prima impresa freschiva di Jacopo ancora conservata, importante per poter ricostruire la sua attività giovanile, compiuta sotto il segno di Tiziano e del Pordenone.

 

CITTADELLA
Chiesa parrocchiale
DECORAZIONE FRESCHIVA (1537 - 1538) e
CENA IN EMMAUS
(1537)

L'arciprete Pietro Cauzio e i massàri del Comune di Cittadella il 19 agosto 1537 incaricarono Jacopo di affrescare il presbiterio del loro Duomo con figure e finte architetture e di dipingere una pala con "Cena in Emmaus". I lavori condotti da Jacopo con la collaborazione del fratello Giambattista, si conclusero entro il 1538. Tela e affreschi partecipano dello stesso programma iconografico, teso ad esaltare la natura divina di Cristo, in un momento difficile per la comunità cattolica cittadellese insidiata dall'eresia. La maestosa pala, che illustra l'apparizione del Cristo risorto ai discepoli Luca e Cleofa, compendia perfettamente la ricerca pittorica condotta fino ad allora dal giovane Jacopo. Nei brani residui del ciclo freschivo, riportati alla luce nel 1989 e restaurati nel 1992, appare evidente l'influsso dell'arte di Michelangelo.

 

ONARA
Chiesa parrocchiale
NOLI ME TANGERE (1546)
Jacopo Bassano - olio su tela

Commissionato dai massàri della chiesa di Onàra all'inizio del 1546, questo dipinto appartiene alla prima maturità dell'artista, a quella stagione fervida d'interessi e di esperienze manieristiche stimolati specialmente dall'arte del Parmigianino, conosciuta dal pittore attraverso le stampe dello Schiavone che la divulgavano.
La scena interpreta, con struggente dolcezza, il vangelo di San Giovanni, là dove narra l'incontro tra il Cristo risorto e Maria Maddalena.
La "maniera" delle figure, rese con ricercatezza formale e preziosità coloristica, si armonizza con la "verità" del paesaggio familiare di Bassano con il Grappa, colto nella fredda luce rosata del primo mattino.

 

POGGIANA DI RIESE
Chiesa parrocchiale
MARTIRIO DI SAN LORENZO (c. 1590)
Jacopo Bassano - olio su tela

Ispirata alla meditazione sul "Martirio di San Lorenzo" di Tiziano per la chiesa dei Gesuiti a Venezia, questa pala venne dipinta da Jacopo intorno al 1590, in quella tarda vecchiaia che fino a poco tempo fa si credeva inoperosa.
Tuttavia la drammaticità che domina la scena non ha la violenza del modello tizianesco, ma è più pacata e intima.
La luce sovrannaturale che piove dall'alto, le luci artificiali del rogo e della torcia evocano dal buio le truci figure dei carnefici e quella indifesa della vittima, il giovane Lorenzo, che guarda con intensità la palma del martirio recata dagli angioletti, promessa della gloria celeste.

 

CASSOLA
Chiesa parrocchiale
SAN MARCO IN GLORIA (1573)
Jacopo Bassano - olio su tela

La pala venne posta il 21 dicembre 1573 sull'altar maggiore della chiesa parrocchiale di Cassola, intitolata a San Marco, di cui nel dipinto si celebra la gloria.
La pennellata rapida e franca, i tipi umani, i particolari effetti di luminismo nella luce crepuscolare collegano quest'opera con la tela votiva, in forma di grande lunetta, del Museo civico di Vicenza, data 1573, con la "Madonna in trono fra i santi Marco e Vincenzo venerata dai Rettori di Vicenza".
Nonostante il deperimento della fascia inferiore del quadro, è ancora godibile il fresco paesaggio, questa volta pianeggiante, senza il familiare profilo del Grappa, perché il punto di vista è dalla montagna verso la pianura vicentina, dov'è situata Cassola.

 

POVE DEL GRAPPA
Chiesa parrocchiale
SAN VIGILIO IN GLORIA (1537)
Jacopo Bassano - olio su tela

L'elegante figura del glorioso san Vigilio domina questa pala dipinta tra il 1536 ed il 1537 per la chiesa parrocchiale di Pove, intitolata appunto al vescovo di Trento, Vigilio, martirizzato nel 405. Con lui dialogano san Girolamo, che godeva di una particolare devozione nello stato veneto, e san Giovanni Battista, invocato come protettore dai pastori. Tra i santi, sullo sfondo, appare il paesaggio di Pove, il cui nome è simboleggiato dal pioppo che svetta sulla riva del Brenta. Il tronco tagliato, da cui spunta un ramoscello, è un'immagine frequente nei quadri di Jacopo e allude alla morte e alla risurrezione.
Le forme dilatate dei santi richiamano il Pordenone mentre il volto di San Girolamo ricorda quello di Sant'Antonio abate nella pala del Lotto per la cattedrale di Asolo.

 

ENEGO
Chiesa parrocchiale
SANTA GIUSTINA IN TRONO (c. 1560)
Jacopo Bassano - olio su tela

Per la chiesa di Enego Jacopo dipinse, nello stesso periodo di questa pala, anche gli affreschi del coro, della navata e del soffitto. Gravemente danneggiati dagli incendi del 1613 e del 1762, essi furono distrutti quando, nel 1802, l'antica chiesa fu abbattuta e venne costruita la nuova.
Oggi noi vediamo la pala, unica opera sopravvissuta di tutta l'impresa dapontiana ad Enego, appesa nella controfacciata.
Alta sul trono vi è raffigurata santa Giustina, titolare della chiesa e della confraternita che officiava l'altare sul quale era collocata in origine la pala e che era situato alla destra dell'altar maggiore; la circondano più in basso, i santi taumaturghi Rocco, Sebastiano e Antonio abate. Ricco di suggestioni parmensi e veronesiane, questo dipinto è uno dei massimi capolavori prodotti alla fine della lunga stagione manieristica del Bassano.

 

 

A cura di

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