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MURA E CASTELLI DI BASSANO

 

Restano poche tracce delle dominazioni longobarda (568-774) e franca (774-888), mentre il successivo periodo è segnato dalla prima notizia (998) dell'esistenza della pieve di S. Maria, che assieme al castello, nominato per la prima volta nel 1150, costituì il primo nucleo di Bassano.

Ben presto Vicenza, consapevole dell'impor-tanza strategica del nuovo insediamento, volle imporre la sua supremazia, facendo giurare ad un'assemblea di 800 bassanesi un patto di fedeltà e obbedienza (1175).

Nei decenni successivi la storia di Bassano si intrecciò con le vicende politiche e militari degli Ezzelini: il loro potere derivava dalla ricchezza fondiaria, incrementata dall'investitura delle "decime" avuta dal vescovo di Vicenza e dai proventi delle "mude", cioè dei dazi alle porte del borgo. La supremazia degli Ezzelini, se da una parte limitò l'autonomia comunale, dall'altra favorì, attraverso l'esperienza dell'amministrazione dei beni ezzeliniani, la formazione delle prime magistrature comunali.

Quando, nel 1259, Ezzelino III morì i Bassanesi chiesero la protezione di Padova e si fecero assegnare i beni e i diritti che erano stati degli Ezzelini, regolando la vita comunale con gli Statuti.

Dopo la breve dominazione vicentina (1260-1268), Bassano attraversò un periodo tormentato, che la vide sottomessa a Padova, a Verona e di nuovo a Padova e che terminò nel 1388 col suo passaggio sotto i Visconti. Il periodo visconteo è caratterizzato da una relativa autonomia della città, testimoniata dall'ultima redazione degli Statuti nel 1389.

La Torre Grande ci guarda e ci protegge dal 1349, anzi da prima, giacché questa data non è riferita alla sua fondazione ma è collocata solo sul primo documento scritto che la cita.
Un altro simbolo urbano, il Ponte Vecchio, connota ovunque, per tutti, la città. Bassano, però, prima ancora che città d'acqua, è città di mura e di torri. Entrambi i manufatti, Torre Grande e Ponte Vecchio, esprimono una presa di possesso del territorio, il controllo dell'impetuosa acqua del Brenta appena scaturita dalla Valsugana, l'uno e l'altra la sorveglianza dall'ultimo rilievo prealpino sul primo nucleo abitato e sulla aperta pianura.
Dall'alto dei suoi quaranta metri la torre esprimeva già in epoca medievale un senso così forte della identità urbana da essere ben presto individuata come simbolo comunale. Non a caso, dunque, il più antico stemma cittadino, probabilmente tardo trecentesco, incastonato sulla facciata del Monte di Pietà, mostra una torre fra due leoni affrontati, la città orgogliosamente difesa dai suoi cittadini. Con il passare di tanti secoli, però, anche la torre finì per mostrare le sue debolezze.
A giusto diritto, perciò, l'Amministrazione comunale decideva di intervenire, in questo sostenuta da un opinione pubblica via via più attenta ai temi della ricostruzione della storia cittadina e alla riscoperta di una antica identità urbana, restituendo alla fine una delle insegne bassanesi più manifeste.


Il restauro presentava alcune difficoltà, prima fra tutte, per evidenza, la collocazione topografica, in pieno centro storico, cantiere per certi versi inaccessibile alle attuali tecnologie. l'intervento, durato per poco più di un anno,^sorvegliato quasi con affetto dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Verona, è stato sostenuto da Banca IntesaBci, da sempre sensibile e lungimirante nell'accogliere e favorire "restituzioni "di notevole interesse storico e documentario.