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MURA E CASTELLI DI CASTELFRANCO

 

Castelfranco Veneto, borgo murato, “franco” da imposte per i suoi abitanti-difensori, donde la denominazione, è fondato, negli ultimi anni del sec. XII, dal Comune di Treviso, poco a nord del villaggio medievale della Pieve Nova (sito dell’attuale Borgo della Pieve), sulla sponda orientale
del torrente Muson, confine naturale della Marca Trevigiana con le turbolente terre padovane e vicentine. Il ruolo strategico della nuova fortezza, forse installata sopra un preesistente rilevato a pianta quadrilatera, simile alle non lontane Motte di Castello di Godego, si conferma nella prossimità all’incrocio fra tracciati viari romani di primaria rilevanza (le vie Postumia ed Aurelia), ma particolarmente nella centralità rispetto ad un territorio popolato, fin dall’XI sec., da fortilizi signorili (Godego e Treville) e vescovili (Salvatronda, Riese e Resana).

Un nugolo di pievi battesimali (Godego ne è il riferimento arcipretale) e di cappelle filiali, centri religiosi e, di fatto, anche civili d’una trentina di villaggi, copre, da secoli, il territorio circostante
la fortezza, al momento della sua edificazione. Le terre a settentrione sono incise dall’erratico alveo del Muson, dal quale si conduce una roggia, il Musonello, ad alimentare i fossati del castello
e la nascente economia dell’abitato (bastia vecchia) che, già nei primi anni del sec. XIII, si configura ad est delle mura, ove subito si appresta un ospizio per poveri e viandanti.


La fortezza, a pianta quadrilatera, con lati di circa 232 metri, fu munita di quattro torri angolari e da un alto torrione merlato, eretto sul punto mediano della cortina muraria sul lato verso Treviso. Una sesta torre (l’odierno campanile del Duomo) venne aggiunta da Ezzelino III da Romano,
dopo il 1246, a metà delle mura sul versante di meridione.


Strumento militare del Comune di Treviso sino al 1242, nelle guerre contro i Padovani (assedio del 1215) ed Ezzelino III da Romano (dal 1229), il castello passa a quest’ultimo nel 1246. Ezzelino fortifica ulteriormente la cinta murata con due gironi over torrioni, ma ne perderà il possesso alla morte, nel 1259, a beneficio di Treviso. Nel 1329 Castelfranco cade nelle mani di Cane della Scala, per restare in possesso scaligero sino all’inizio della prima dominazione veneziana (24 gennaio 1339). Il 20 dicembre 1380 un nuovo signore si affaccia sulla scena: il padovano Francesco da Carrara. La memoria di questa breve dominazione, conclusasi alla fine del 1388, rimarrà indelebilmente consegnata alla rappresentazione a fresco dell’arma carrarese in forma di ruote di carro, sotto il volto della torre principale, detta davanti. 

Nel 1388, Castelfranco, insieme al territorio trevigiano, passa sotto il dominio veneziano, per rimanervi sino al 1797, anno della fine della Repubblica Veneta. Con le terre trevigiane finalmente tranquille e sicure, alcune tra le più ricche famiglie patrizie veneziane intraprendono ampi investimenti fondiari nella Castellana, ponendo le premesse d’una splendida civiltà di villa che “esploderà” a partire dai primi decenni del Cinquecento. I Soranzo acquistano terreni nell’omonima località (l’antico villaggio medievale di San Colombano), già nel 1317; i Corner sono presenti a Poisolo e S. Andrea Oltre il Muson nel 1358; i Renier a Castello di Godego nel 1379 (prima del 1446 subentreranno i Mocenigo); i Barbarigo, nel 1378, e gli Emo, nel 1422, a Fanzolo; a Treville, i Priuli nel corso del sec. XV.