TRADUCI IN

 

 

LE PIPE DI BORSO

 

 

Queste pipe dalle forme un po'insolite, con la canna e il fornello ricchi d'intagli ornamentali, vengono ricavate dai legni di carpino e di marasca che emanano un aroma caratteristico. Oggi, come un tempo lontano, la pipa è rimasta integra nella lavorazione e nei materiali.

 

La presenza austro-ungarica ha lasciato, forse, a Borso qualcosa in più. Infatti, proprio in quel periodo è iniziata l'attività di lavoro del legno, che ha portato un numero consistente di famiglie a dedicarsi alla produzione della pipa. In un primo momento una pipa per il fumo, successivamente, forse per testimoniare gli eventi mondiali, che hanno reso sacro il Grappa, il fornello e la pipa intera hanno assunto anche una funzione ornamentale. E non c'è stato turista illustre del territorio che non abbia portato con sé un così piacevole ricordo, rappresentato dalla Pipa di Borso. Dopo il secondo dopoguerra la lavorazione della pipa, più intensa nella stagione invernale, si estese a circa il 70 % delle famiglie e così anche la sua diffusione si espanse.

 

E. Hemingway e J. Dos Passos durante i giorni trascorsi a Borso, quali militari volontari dagli U.S.A. nel 1917/18, furono colpiti dall'abilità degli intagliatori e dalla fantasia nel creare soggetti tanto singolari e diversi. Gli anziani del paese, ricordano i due uomini colti americani, raccontano che essi si soffermavano ad osservare incuriositi ed affascinati i vecchi, rimasti al loro lavoro abituale, sia pure tra il frastuono della guerra.