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TRA POSSAGNO E VENEZIA Antonio
Canova (Possagno, 1 novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato
uno scultore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo
e soprannominato per questo il nuovo Fidia. Viene considerato anche come
l'ultimo grande artista della scultura italiana. Canova
rimase orfano del padre all'età di appena quattro anni. La madre, che
si chiamava Angela Zardo, dopo non molto tempo, contrasse un nuovo
matrimonio con tale Francesco Sartori e, subito dopo, si trasferì in
una vicina cittadina, Crespano del Grappa. Nel
1775, diciottenne e in cerca di nuovi stimoli e nuove esperienze, lasciò
lo studio dei Torretti e si mise in proprio, aprendo una sua bottega
d'arte da dove incominciò l'ascesa artistica che lo doveva rendere
famoso, prima a Venezia, nel Veneto ed in Lombardia, e poi, piano piano,
in tutta l'Europa. Le prime opere da lui prodotte furono: Orfeo ed
Euridice (1776) e Dedalo e Icaro (1779), eseguito per il procuratore
Pietro Vittor Pisani.
TRA ROMA E L'EUROPA
Nel
1779, dopo aver esposto il Dedalo e Icaro alla fiera della Sensa in
piazza San Marco a Venezia ed averne ottenuto lusinghieri ed ampi
riconoscimenti, decise di partire per Roma e lo fece il 9 ottobre dello
stesso anno. Lì, studiò la statuaria antica e frequentò la scuola di
nudo dell'Accademia di Francia e dei Musei Capitolini, inoltre ebbe modo
di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell'arte neoclassica
e far proprie le teorie artistiche, di "nobile semplicità" e
"quieta grandezza" del Winckelmann. Fu facile per lui
inserirsi in quel clima da capitale della cultura che fu Roma nel
Settecento riuscendo anche a crescere come artista, esercitando per
lunghissimo tempo la sua attività. Proprio da lì iniziò quel
riconoscimento al suo genio ed al suo talento che gli procurò in
seguito un successo ed una fama mondiale.
Oltre
che esercitare l'attività di scultore, Canova ebbe anche l'incarico
della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico che lo impegnò
per parecchio tempo, compito che gli venne assegnato in quanto capo
dell'Accademia di San Luca. Nel 1802 fu inoltre nominato "Ispettore
Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa".
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