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MODO DI LAVORARE DI CANOVA Canova
ebbe il grande merito artistico, più di qualsiasi altro scultore, di
far rivivere, nelle sue opere, l'antica bellezza delle statue greche, ma
soprattutto la grazia, non più intesa come epidermica sensualità Rococò,
ma come una qualità, che solo attraverso il controllo della ragione può
trasformare gli aspetti leggiadri, e sottilmente sensuali, in un'idealità
che solo l'artista può rappresentare evitando le violente passioni e i
gesti esasperati. Antonio
Canova lavorò per papi, sovrani, imperatori e principi di tutto il
mondo. Nelle sue sculture era solito adoperare il marmo bianco che
riusciva a rendere armonioso, modellandolo con plasticità e grazia,
finezza e leggerezza che le sue figure sembravano quasi avere un proprio
movimento, vivere nella loro immobilità.
GLI STRUMENTI DI LAVORO Antonio
Canova lavorò per papi, sovrani, imperatori e principi di tutto il
mondo. Nelle sue sculture era solito adoperare il marmo bianco che
riusciva a rendere armonioso, modellandolo con plasticità e grazia,
finezza e leggerezza che le sue figure sembravano quasi avere un proprio
movimento, vivere nella loro immobilità. Fonte: Wikipedia.org
I DISEGNI Canova nei suoi disegni e nelle sue sculture incarna i principi neoclassici di Winckelmann. Tra i suoi disegni ricoldiamo lo Studio dal gruppo di Castore e Polluce, il Nudo virile supino su un masso e Due nudi femminili.
Fonte: Storiadellarte.com
Nel
Museo Canoviano è custodito un taccuino di disegni originali di Canova
tra cui anche qualche decina di opere in matita. Nelle sale sono inoltre
esposte le prime idee e gli schizzi che l'artista avrebbe poi realizzato
in marmo. I BOZZETTI Le collezioni raccolte nella Gispoteca sono diverse: opere in gesso (e sono la maggior parte; gipsoteca infatti è una parola che deriva dal greco antico e significa "raccolta di gessi"), statue in marmo, bozzetti in terracotta e cera, dipinti (oli su tela e tempere su carta); inoltre in casa si possono vedere: alcuni attrezzi dello scultore, foto di opere canoviane raccolte in altri musei, rilievi in cera, monete commemorative, incisioni riproducenti statue canoviane, alcuni cimeli dell'artista. Dal 1992 è aperta al pubblico una mostra didattica sulle tecniche del restauro dei gessi. Per chi è curioso dei numeri ci sono 152 tra rilievi, statue, gruppi e colossi (tra cui 26 sono bassorilievi, 24 bozzetti in terracotta e 10 marmi), 50 dipinti (di cui 34 sono tempere e 16 olii). Da ricordare che a Possagno vi sono ancora altre opere di Antonio Canova: in Tempio (l'autoritratto in marmo, la pala dell'Altare maggiore, 7 metope, la Pietà, il sarcofago), in Municipio (quattro opere in sala consiliare).
Fonte: Posagnot.com - da "La Gipsoteca Canoviana di Possagno" - Fondazione Canova - Edizioni Acelum
Antonio
Canova svolse anche l'attività di pittore, ma in questo campo artistico
non eccelse, producendo opere che non potevano essere confrontate con lo
splendore e la magnificenza delle sue sculture; pertanto, come pittore,
fu sempre considerato un artista non di primo piano. Fonte:
Wikipedia.org Il marmo, solitamente proveniente da Carrara, era l'ultima fase dell'opera. Dopo gli studi precedenti, la statua acquistava nitidezza, luminosità, piacevolezza. Il marmo è difficile da scolpire: se si sbaglia un colpo di scalpello spesso si è costretti ad abbandonare l'opera, con spese incalcolabili e lavoro sprecato. La tecnica del marmo e i soggetti trattati rendono davvero geniale l'opera di Antonio Canova. Per le grandi statue in marmo, Canova si faceva aiutare da numerosi operai e allievi che lavoravano nel suo studio di Roma. La parte creativa spettava comunque sempre a lui: solo l'artista "padroneggiava con ineguale maestria i due procedimenti su cui si basa la scultura, modellare e scolpire" (Honour). Le opere in marmo solitamente erano fatte su commissione e quindi vendute (a papi, principi, re): ecco perché i marmi di Canova sono sparsi per il mondo, mentre i modelli in gesso e terracotta rimanevano nella bottega dell'artista. La Gipsoteca non vuole essere un museo come gli altri (semplice esposizione di opere): essa ricostruisce abbastanza fedelmente lo studio dove lavorava Canova; tra questi gessi, si aggirava l'artista con i suoi aiutanti a misurare, ritoccare, scalpellare, incidere.
Fonte: Posagnot.com - da "La Gipsoteca Canoviana di Possagno" - Fondazione Canova - Edizioni Acelum
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