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LA SCULTURA Il
lavoro sostenuto da Canova per realizzare una scultura era straordinario; di
solito venivano rispettate quattro fasi:
Fonte:
Posagnot.com - da "La Gipsoteca Canoviana di Possagno" -
Fondazione Canova - Edizioni Acelum
LE TRE GRAZIE
Il
gruppo marmoreo denominato Le tre Grazie è una delle opere più celebrate
di Antonio Canova, considerato il simbolo dell'intero movimento neoclassico.
VENERE E ADONE
È
il calco dal marmo che si trova a La Grange di Ginevra (Svizzera).
ERCOLE E LICA
L'opera
venne commissionata da Onorato Gaetani dei principi d'Aragona, illustre
ammiratore del gruppo di Adone e Venere, precedente opera dell'artista
acquistata dal marchese Francesco Berio, il quale la collocò a Napoli in un
tempietto appositamente costruito nel giardino del suo palazzo in via
Toledo. Il gruppo scultoreo segue un'assoluta accuratezza geometrica. L'eroe appare in un momento di massima tensione muscolare, colto nell'atto di sollevare un piede dello sfortunato ragazzo, il quale invano oppone resistenza, aggrappandosi all'altare alle spalle dell'eroe e alla pelle di leone, abbandonata ai suoi piedi. Lica appare sollevato con forza da terra e sospeso in aria un attimo prima di essere scagliato nei flutti del mare. Il gruppo,con la torsione ad arco dei 2 corpi nudi, sprigiona una grande intensità energica, che ha apice nell'urlo disperato del fanciullo e nei tratti adirati di Ercole, incorniciato in una folta barba di ricci; l'eroe appare completamente nudo, se non per il sottilissimo velo che Canova utilizzò per ricoprire la massa dei muscoli. L'opera
è derivata da un attento studio del Canova per alcuni celebri marmi
antichi, quali i Colossi del Quirinale, l'Ercole Farnese e il celeberrimo
gruppo ellenistico del Laocoonte in Vaticano; non è da escludere inoltre un
suo attento studio al gruppo di Ettore e Troilo (conosciuto anche col nome
di Atamante e Learco), conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fonte: Giuseppe Pavanello, Antonio Canova, Roma, L'Espresso, 2006 - Wikipedia
AMORE E PSICHE IN PIEDI
Calco
in gesso dal marmo, 1800?
AMORE E PSICHE GIACENTI
Rappresenta la prima idea del noto gruppo Amore e Psiche giacenti, il cui marmo si trova in duplice copia al Museo del Louvre di Parigi all’Ermitage di San Pietroburgo e il cui gesso si trova al Metropolitan Museum di New York.
Il gruppo, oggi conservato al Louvre, appartiene alle allegorie mitologiche della produzione canoviana. Esso rappresenta Amore e Psiche nell'atto di baciarsi. Eseguita in marmo bianco, la scultura ha superfici levigate ed un modellato molto tornito. La composizione ha una straordinaria articolazione.
Terracotta,
1787
PIO VI
È il modello del marmo (ultimato solo nel 1822, l’anno della morte dell’Artista: è probabile che gli ultimi tocchi all’opera, prima della consegna, siano stati assegnati da Adamo Tadolini) che si trova nelle grotte vaticane (fino a qualche decennio fa, stava ai piedi dell’Altare della Confessione); per il volto, Canova si ispirò ad un busto di Giuseppe Seracchi.Pio VI (al secolo: Giovanni Angelo Braschi, 1717-1799) fu pontefice dal 1775, in uno dei periodi più difficili e controversi della storia europea, quando emergevano le filosofie contrarie alla Chiesa e alla fede, irruppe la Rivoluzione in Francia, i giacobini tentarono la repressione violenta dei cristiani e Napoleone dichiarò decaduto il potere temporale della Chiesa. Pio VI, per ordine dello stesso Napoleone, fu trasferito a Valence, in Francia, dove terminò i suoi giorni, vecchio, ammalato e rattristato per le prepotenze francesi e per la lontananza da Roma.
Gesso,
1817-1820
LA MANSUETUDINE
(Canova usò il nome di UMILTA’), può essere considerato uno studio preliminare alla grande statua della Mansuetudine che fu collocata nel Monumento funebre a Clemente XIV nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma. E’ uno dei bozzetti più famosi e più squisitamente “romantici” di Canova: rappresenta una figura femminile, tutta raccolta entro un mantello che cade con docilità e abbandono; il capo è mesto e reclinato, le mani raccolte stancamente in grembo. L’insieme suscita un tenero accoramento.
Terracotta,
1783
ADONE INGHIRLANDATO DA VENERE
Non
fu mai tradotto in marmo, resta quindi un pezzo unico.
Gesso,
1789
NAPOLEONE COME MARTE PACIFICATORE
Il marmo risale al 1806, ed è a Londra in Apsley House, dopo che Napoleone si era rifiutato di esporla in pubblico per l’esplicita nudità delle forme. Questo colosso fu realizzato secondo il costume eroico greco: sta in piedi, nudo, nell’atto di avanzare; tiene in mano l’asta, nell’altra il mondo con la vittoria alata. Dalle spalle gli pende il mantello militare, mentre la spada – segno della forza dimostrata nella conquista dell’Europa – è abbandonata presso il tronco su cui tutto il corpo poggia. Gesso,
1806
PAOLINA BONAPARTE COME VENERE VINCITRICE
È il modello (decapitato durante la Prima guerra mondiale) del marmo che si trova a Villa Borghese, in Roma. Paolina Borghese, rappresentata distesa su un triclinio, era la sorella di Napoleone Bonaparte, moglie di Camillo Borghese, principe romano; era una donna bellissima e raffinata: volle posare personalmente per Canova che la raffigurò con una mela in mano, come la dea Venere che vinse la gara lanciata da Paride con Giunone e Minerva. Gesso,
1804-1808
MONUMENTO FUNEBRE A MARIA CRISTINA D'AUSTRIA
È il modello del marmo che si trova nella chiesa degli Agostiniani in Vienna, commissionato nel 1798, durante il viaggio di Canova a Vienna, e inaugurato nel 1805. Il Monumento è una complessa costruzione a forma piramidale, con – al centro - una porta semichiusa simbolo del passaggio dalla vita terrena all’Aldilà. In alto, vi è il profilo di Maria Cristina, principessa della Casa imperiale d’Austria, entro un medaglione con la cornice di un serpente che si morde la coda (rappresenta l’eternità): il medaglione è retto dalla Fama. Alla base della piramide, il leone (simbolo delle forze fisiche) e il genio funerario (metafora dello spirito umano) stanno affievolendo il loro vigore (sono quindi simbolo della vita che si spegne); dall’altra parte della porta, una processione si snoda, lenta e dignitosa, verso il luogo del trapasso: la Virtù, preceduta da due ancelle, trasporta il vaso delle ceneri entro il sarcofago, sopraggiunge la Beneficenza con il bambino e il vecchio malfermo e cieco. Gesso,
1800
TESEO SUL MINOTAURO
Il tema della sepoltura, abbiamo visto, è stato uno dei più praticati da Antonio Canova, che nei suoi monumenti funebri tende alla consacrazione della memoria del defunto, secondo le esigenze tipiche della cultura illuministica e neoclassica.
Il veneziano Carlo Rezzonico è stato papa con il nome di Clemente XIII dal 1758 al 1769.
Di personalità molto amabile e caritatevole interpretò su queste basi la funzione del suo apostolato mostrandosi quale "buon pastore"...
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