TRADUCI IN

 

grottE DI OLIERO

 

Canàl di Brenta - Altopiano di Asiago

Sono riprese nel gennaio 2000 le esplorazioni nelle cavità sommerse appartenenti al complesso carsico delle Grotte di Oliero (Valstagna/VI), sorgenti valchiusane tra le più importanti d’Europa. Le grotte fanno defluire le acque meteoriche assorbite dal sovrastante Altopiano di Asiago, una delle aree carsiche più importanti della nostra penisola. Nel “Cogol dei Siori”, (il settore di cavità aperta ai turisti, più conosciuta con il nome di Grotta Alberto Parolini), il noto speleosub Luigi Casati di Lecco (che ricordiamo è Istruttore di Speleologia del CAI), con il supporto tecnico-logistico di uno staff di speleosub italiani e svizzeri, (di cui hanno fatto parte anche l’elvetico Jean Jacques Bòlanz e speleosub di Milano, Bergamo, Belluno e Valstagna) ha esplorato il lunghissimo sifone naturale del “Cogol dei Siori”, per ben 2528 metri di sviluppo (dall’ingresso). 

 

VISTA DELLE GROTTE DI OLIERO L’esplorazione di quello che era considerato l’unico e principale condotto di deflusso idrico di questo settore di cavità, era stata sospesa due anni or sono (con il raggiungimento di 1100 di sviluppo esplorato). Proprio in quei frangenti Luigi Casati aveva però individuato, a 900 metri dall’ingresso, un’importante biforcazione del grandioso collettore freatico. Nel gennaio/febbraio 2000 sono state pianificate una serie di punte esplorative per verificare l’estensione della nuova galleria sommersa. Lo speleosub, in una serie di quattro punte, ha risalito il fiume sotterraneo per 1245, 1680, 2160 ed infine i 2528 metri di sviluppo spaziale. Il diametro dell’imponente condotto naturale, di sezione pressoché ellittica, è valutabile intorno ai dieci metri di larghezza, per sei/sette d’altezza. I risultati esplorativi e scientifici sono stati quindi più che incoraggianti, con l’esplorazione di centinaia di metri di nuova galleria sommersa. Quest’ultima si sviluppa, affascinante e misteriosa, verso il cuore dell’Altopiano di Asiago. 

 

Luigi Casati, nella sua solitaria esplorazione, ha pure incontrato alcuni esemplari di Proteo ed una sala dalle dimensioni impressionanti, da cui sembrano svilupparsi in diverse direzioni delle nuove ed ampie gallerie sommerse. Nelle punte effettuate nel mese di febbraio Casati ha dapprima raggiunto il limite della precedente esplorazione (il grandioso salone a 1680 metri dall’ingresso) e successivamente ha esplorato una nuova galleria allagata per ulteriori 480 metri, per uno sviluppo totale di ben 2160 metri. Da questo limite, ha ulteriormente progredito (nella punta conclusiva) fino a raggiungere i 2528 metri di sviluppo spaziale. Nelle punta esplorativa estrema sono stati raggiunti i –17 metri di dislivello rispetto all’ingresso. 

 

Questa rilevazione strumentale farebbe quindi ipotizzare ad un progressivo avvicinamento dell’esploratore alla zona terminale dell’interminabile sifone. Com’è prassi nell’esplorazione di cavità sommerse molto estese e relativamente ampie, la squadra di speleosub impegnata nel supporto logistico posiziona preventivamente delle bombole ausiliarie a varia distanza dall’ingresso della grotta. In questo modo è garantita un’adeguata autonomia d’aria (in realtà vendono utilizzate delle particolari miscele iper ossigenate) allo speleosub impegnato nella punta vera e propria, punta che viene velocizzata con l’utilizzo di speciali mini propulsori subacquei denominato “maialini” o “acquazeep”. 

 

L’avventura esplorativa alle Grotte di Oliero è destinata sicuramente ad avere futuri importanti sviluppi. La cavità sommersa risulta attualmente la più lunga fino ad oggi esplorata in Italia e tra le più estese del vecchio continente. Tutte le attività di esplorazione sono state pianificate con la piena collaborazione del Comune di Valstagna, che ha rilasciato all’équipe italo/svizzera le necessarie autorizzazioni. Da sottolineare l’apporto logistico, tecnico ed operativo profuso da alcuni speleosub locali, associati al G.G.G. Modòn.