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feltre e le piccole dolomiti 

 

E' una riserva naturale di popolamento animale e vegetale, zona umida di interesse internazionale. Appartiene al demanio dello Stato ed è gestita dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste che ne cura la sorveglianza a mezzo di un reparto di Guardie Forestali che ha sede all'interno del Vincheto. La visita alla riserva è gratuita e non richiede formalità alcuna, salvo il rispetto delle poche norme indicate sui numerosi cartelli ai margini dei viali.

Lungo il percorso si incontrano tre grandi recinti nei quali, in condizioni naturali d'ambiente, vivono branchi di mufloni, daini, (i più socievoli), cervi. Non vuol essere uno zoo, ma l'occasione di ammirare questi magnifici animali in libertà, un motivo didattico per le scuole. Percorrendo i viali ombrosi se l'ora è adatta e con un po' di fortuna è possibile constatare la straordinaria ricchezza faunistica del territorio (più di 50 specie di uccelli nidificanti pari a circa il 20% delle specie esistenti in Italia e più di 20 specie di mammiferi). Notizie più precise ed informazioni possono essere richieste al Comando Stazione Forestale, situato all'ingresso della riserva.

Accompagnatori vengono posti gratuitamente a disposizione di scolaresche e di comitive numerose che ne devono però fare richiesta almeno un paio di giorni prima. Lo stesso deve fare chi desidera assistere a proiezioni di carattere naturalistico per le quali è stata allestita, sempre all'interno della riserva, un'apposita ampia sala.

Da Celarda verso nord a Villapaiera e quindi a destra a Nemeggio per raggiungere la statale che si percorre in direzione di Feltre; al «casonetto», volgendo a sinistra, si sale in breve al paese di Zermen, disteso sulle pendici settentrionali del Telva.

Nella parrocchiale di Zermen importante ciclo di affreschi del primo '500 di Giovanni da Mel al centro dei quali è la copia di una pala del Cima da Conegliano (originale in Museo Civico).

Nella fascia collinare che attornia la città e ne raccorda dolcemente il territorio pianeggiante con i massicci montuosi del Grappa e delle Vette Feltrine, numerose frazioni e minuscoli agglomerati costituiscono un denso reticolo abitativo legato al centro urbano da assi stradali principali e da tracciati di minor importanza ma che tuttavia, nel loro laborioso dipanarsi, conducono il visitatore più attento e curioso ad incontrare ville e case dominicali, oratori e chiesuole, rustici o antichi opifici dentro un contesto ambientale di grande suggestione naturalistica, paesaggistica e storico-culturale. Più che suggerire percorsi puntuali sarà invece preferibile invitare il visitatore a farsi curioso, avventurandosi in questi vagabondaggi che lo riporteranno comunque in città ma gli consentiranno anche di raggiungere i Comuni vicini nei quali si ripropongono le caratteristiche sopra indicate ma con spiccati caratteri alpini per essere tali territori immediatamente a ridosso dei gruppi montuosi.

Il Feltrino non è un'area di grandi ricchezze; se mai è vero il contrario e cioè si tratta di una vasta zona in cui però sono disseminate, a pioggia, molte piccole cose belle, altrove forse perdute magari per un maggior benessere raggiunto. E' con questo spirito che vengono proposte le note che seguono relative ai dintorni della città ed ai vari comuni della fascia circostante.

Da Feltre a Tomo; in prossimità del paese alle pendici del M. Tomatico (1595 m), su un poggio con ampia vista sulla città e la vallata è la villa Fabris con bei viali alberati e giardino a terrazza; nell'oratorio padronale importanti tele di Sebastiano Ricci, Federico Bencovich e Girolamo Turro.

Nella parrocchiale di Tomo tela del Volpato, copia fraudolenta da un originale, trafugato, di J. Bassano oggi a Monaco di Baviera.

Da Feltre, in direzione Nord lungo la strada provinciale di Cesiomaggiore, deviando a destra, si sale progressivamente sulla collina di Cart, dove, tra boschi e radure, sono disseminate quelle ville che l'antica nobiltà costruì dal '500 in avanti. Uno straordinario viale alberato a carpini sale dolcemente verso il colle sino a Cart (tele di Giovanni da Mel e Pietro Marascalchi) nella parrocchiale del sottostante paese di Vellai un bel S. Giovanni copia da Palma il Vecchio.

Da Cart lungo la «strada dei boschi» si perviene a Villabruna, nella cui parrocchiale sono conservati dipinti di alto valore, quali una tavola del Luzzo raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Giorgio e S. Vittore (è questa l'opera che segna il momento di maggior contatto tra il Luzzo e Giorgione) ed una interessante opera di Pietro Marascalchi: S. Pietro liberato dal carcere, tela intensa per colore ed espressività, anticipatrice di soluzioni cromatiche settecentesche, già nel soppresso convento di S. Pietro in Vincoli.

A Villabruna, a sinistra, la strada si snoda attraverso la campagna circostante la villa settecentesca di Grum De Mezzan protetta sul frontestrada da una raffinata cancellata in ferro battuto, opera di Carlo Rizzarda.

Attraversato il torrente si sale sulle pendici del S. Mauro verso un gruppo di paesini di buon interesse paesaggistico (Lasen, Arson), disposti al sole e con qualche abitazione isolata sorta sulle terrazze più alte. Da Arson si può ritornare a Villabruna anche lungo la vecchia strada oppure attraversare in piano verso la frazione di Montagne, villaggio dai casolari in pietra con poggioli in legno esposti al sole; come purtroppo accade anche in altri casi, il paese si va spopolando. Da qui si gode un ottimo colpo d'occhio verso la valle di Canzoi, sbarrata in alto dalla maestosa parete meridionale del Sass da Mur (2550 m).

Ancora da Foen si può salire in collina a Vignui, transitando accanto alla settecentesca villa Bellati, esempio tra i più importanti in zona di quel vivere in campagna che caratterizzò la civiltà veneta dei secoli passati. Poco sopra la villa, verso sinistra, una strada sterrata praticabile a piedi porta lentamente al colle di Altin, ameno belvedere sulla piana feltrina e sulla catena delle Vette (rustici, chiesa neoclassica, boschi e praterie). Vignui è sovrastato dalla chiesa di S. Giorgio in cui si conserva un'interessante tavola tardo quattrocentesca. Un ventaglio di piccole stradine in direzione Nord risalgono le pendici della montagna portando a sparsi casolari oppure discende verso la retrostante valle di S. Martino che si addentra per alcuni chilometri lungo il corso del torrente Stien fin sotto le Vette: proprio dove termina la strada cominciano ripidi sentieri che con percorsi medi di 3-4 ore portano sull'altopiano delle Vette, posto circa a 2000 m.

Da Vignui la strada principale volge verso occidente e raggiunge il paese di Pren (da qui si può anche proseguire verso la soprastante terrazza della valle di Lamen, sotto i ripidissimi versanti meridionali delle Vette) e quindi discende verso Pedavena.