TRADUCI IN

 

CADUTA DI EZZELINO AD ASOLO 

 

La riacquisita signoria del vescovo di Treviso su Asolo dopo il 1223 non ebbe una ricaduta politica di lunga durata. Come si è accennato in precedenza, l'emergente Ezzelino III da Romano, a partire dal 1239, occupò con la forza i castelli sulle colline tra le vallate del Brenta e del Piave, tra cui Asolo e Cornuda.
Dopo la fine dei da Romano, Asolo tornò in possesso del vescovo. Per gestire il governo locale egli dovette accordarsi con il comune di Treviso, che in quel momento andava estendendo il suo dominio sul contado.
Il comune di Treviso mise in atto il controllo politico del territorio asolano con l'istituzione di un capitaniato, con sede nella Rocca di Braida, dove installò una guarnigione militare. Il capitano inizialmente aveva funzioni più militari che civili, ma finì per diventare lo strumento (podesteria) con cui successivamente Venezia avrebbe esercitato il controllo sul territorio.
Asolo comunque disponeva nel 1260 di una struttura amministrativa complessa e matura: nel 1260 la città aveva un proprio territorio che si estendeva a comprendere le comunità di Villa d'Asolo, mentre Braida e Pagnano usufruivano di autonomia amministrativa: tutti in ogni modo facevano parte di un'unica circoscrizione religiosa.
Asolo con il borgo vecchio presso il castello e quello nuovo nell'area sudorientale tese ad allargare la sua influenza sulla vicina Braida. In tale contesto si instaurarono legami stretti tra queste vicine comunità al fine di una politica comune; e un qualche riflesso di rapporti tra le varie realtà insediative dell'area potrebbe essere riconosciuto nella fiera dell'Assunta di agosto, che per antica consuetudine si teneva in piano nell'area del Musil e più tardi di Casella.

Braida, comunità rurale dalla quale era nato Colaldior, si estendeva a monte del convento di Sant'Angelo e oltre la dorsale, sviluppandosi sul confine di Asolo, mantenedo la dipendenza ecclesiastica dalla pieve asolana: nel suo ambito c'è la Rocca di Breda, già proprietà del vescovo di Treviso con il fortilizio più settentrionale di Santa Giustina, che finì poi per essere inglobata nella circoscrizione amministrativa di Asolo.
Un contributo cospicuo allo sviluppo del centro collinare spetta al comune di Treviso, che, pur determinandone la dipendenza politica in sostituzione del vescovo, ne favorì in qualche modo la crescita attraverso l'istituzione del capitaniato come forma di decentramento amministrativo.
In ogni caso Treviso compensò in qualche modo il vescovo per la signoria perduta. Il 16 maggio 1261 infatti il podestà di Treviso inviò due lettere ai reggenti (maricus et iurati) del comune di Asolo. Con la prima ribadiva l'esonero dall'imposizione diretta, nisi secundum veterem consuetudinem, ad una serie di personaggi che svolgevano funzioni amministrative: cataneum, castaldum, Bonacursum, marescalcum, preconem et Gerardinum deganum domini episcopi tarvisini. Con la seconda lettera invece provvedeva a salvaguardare i diritti del vescovo, perché sottraeva i rustici da lui dipendenti dagli oneri personali occasione certe manutentarie.
Il 13 novembre 1261 fu il giorno in cui venne sancita la diretta dipendenza del territorio dal comune di Treviso con il giuramento di fedeltà di 23 uomini di Braida e 103 di Asolo. Il documento non è solo una fonte diretta delle trasformazioni politiche della città, ma contiene anche una serie di informazioni sulla professione di circa un terzo di essi: le attività legate alla lavorazione delle pelli (piliparii) e delle calzature (cerdones e caligarii), come in tutte le città medievali, erano ampiamente diffuse.

Professioni degli uomini di Asolo (giuramento del 1261)

n. 6 piliparii
n. 6 cerdones, caligarii
n. 5 speciarii
n. 4 fabri (3), inferator (1)
n. 2 notarii
murarii
asenarii
sellarii
tabernarii
n. 1 olarius
sartor
pistor

Si apriva quindi una nuova fase politica, nella quale il comune di Treviso puntava sulla difesa militare del territorio, ma potenziava anche l'elemento locale con la delega di alcune funzioni pubbliche; al vescovo era invece riservata la gestione di un enorme patrimonio immobiliare di origine feudale: suoi erano tutto il borgo nuovo, il Castello, vaste aree in Braida e a Villa d'Asolo.
In questo contesto va inquadrato il rinnovo dell'affitto della Rocca al comune di Treviso, il quale attribuì ai capitani anche l'amministrazione della giustizia per le cause minori riguardanti azioni sino alla somma di dieci soldi piccoli. La situazione si stabilizzò con la dominazione caminese (12831312), che iniziò le proprie fortune con la vittoriosa battaglia avvenuta contro i da Castelli nella piana tra Asolo e Fonte. La signoria dei da Camino affermò su Asolo non solo il potere signorile della famiglia, ma consolidò anche il potere centrale di Treviso, come si manifestò all'epoca dell'autonomia cittadina trevigiana.