TRADUCI IN

 

SERENISSIMA AD ASOLO 

 

Sebbene sin dal 1337 Asolo rientrasse già nella sfera di influenza veneziana, pur restando a far parte del contado di Treviso, l'occupazione completa e definitiva del Trevigiano da parte di Venezia si concluse nel febbraio del 1339.
Il 2 marzo di quell'anno la Serenissima, avviata saldamente sulla strada della formazione di un potente stato regionale, ridisegnò l'organizzazione territoriale del Trevigiano, creando delle podesterie minori dipendenti dalle città capoluogo. Asolo divenne così, insieme con quelle di Oderzo, Castelfranco e Mestre, podesteria, con un podestà veneziano che sul piano politico obbediva alle direttive di Venezia e sul piano amministrativo applicava gli Statuti di Treviso, al cui territorio apparteneva Asolo.
Nella stessa occasione furono ridisegnate le circoscrizioni territoriali e stabiliti i nuovi confini: la podesteria di Asolo venne ridimensionata rispetto alla precedente estensione territoriale tra Brenta e Piave con l'esclusione di alcune comunità legate a Cornuda e di Pederobba e con l'attribuzione di 37 villaggi.
Nella prima dominazione veneziana (13371381), pur in presenza di una ridotta documentazione, si può rilevare una certa stagnazione nella vita pubblica di Asolo che rimaneva un centro abitato (sia pure con due castelli, ma senza una solida cerchia murata) dove all'élite locale non era consentito di esprimersi attraverso la gestione delle cariche pubbliche. Solamente Treviso infatti poteva usufruire di una certa autonomia, che non fu consentita alle podesterie periferiche e che permise poi, nel secolo successivo, lo sviluppo di quelle casate che avevano origine dai rami cadetti di famiglie delle città capoluogo, che si erano stabilizzate nelle podestrie per ragioni amministrative o patrimoniali, richiamate dall'infeudazione dei beni vescovili, dall'affitto dei beni comunali di Treviso e dallo sfruttamento delle risorse di un territorio in trasformazione. Il cancelliere del podestà, ad esempio, oltre alla sua funzione, assumeva pure la supplenza per quelle magistrature che di fatto non era stato possibile istituire, come nel caso della gestione dei pegni e delle vettovaglie; così altri ricoprivano incarichi che di fatto accrescevano il prestigio personale. In questi centri Venezia favorì la crescita di tale ceto, che poi le sarà riconoscente una volta raggiunta una nuova condizione sociale. Per quello che riguarda Asolo, sulle possibilità di sviluppo di questa realtà puntarono il loro interesse numerosi Feltrini e Bellunesi, Bassanesi, qualche padovano ed anche extraregionali.
Da Venezia, oltre alla nomina delle massime cariche della podesteria, giungevano gli ordini per la difesa e per i restauri necessari tramite Treviso, alla quale restava l'incarico della esazione delle collette che venivano imposte per essere devolute alle casse statali. Sul piano locale, ben poco delle risorse finanziarie così raccolte veniva poi reinvestito, almeno a giudicare dalle continue richieste dei podestà asolani di ottenere anche piccoli finanziamenti per rendere più sicuro il territorio.

Nel 1356 Conegliano si ribellò a Venezia per darsi agli Ungheri; Asolo fu abbandonata dal podestà Zuanne Foscarini che scappò vilmente, non havendo veduto gli inimici, ne habuto bataglia, mentre il presidio della Rocca si arrese per denaro.
I costi per mantenere funzionale la struttura difensiva di Asolo dovettero apparire troppo rilevanti per Venezia, che ritenne opportuno ridurre il circuito delle difese per contenere così le spese, pur senza sguarnire la postazione. Tale riduzione della cinta muraria in minore circuitu fu realizzata con l'assegnazione di mille ducati. Un altro intervento fu eseguito nel 1367, per lavori in dicto castro nostro Asli, attraverso il podestà di Treviso che inviò 400 lire piccole.
Le opere di rafforzamento delle difese di Asolo si mostrarono preziose nella guerra, dalle alterne vicende, tra Venezia e i da Carrara, signori di Padova: in quella circostanza le popolazioni asolane si prestarono alla difesa del territorio, schierandosi accanto a Venezia; la politica della Dominante, che aveva favorito il costituirsi e l'affermarsi di un ceto sociale forte a livello locale, aveva dato i suoi frutti. Nel 1379 Asolo tuttavia cadde in mano dei Carraresi, che procedettero ad un radicale rifacimento delle mura in pietra, senza però completarle nel settore della Val Cagnana, mentre il Trevigiano fu ceduto da Venezia al duca Leopoldo d'Austria.