TRADUCI IN

 

FINE SERENISSIMA AD ASOLO 

 

La riconquista da parte di Venezia significò per Asolo la perdita dei riconoscimenti avuti da Caterina e il ritorno all'interno della struttura territoriale delle podesterie con cui la Dominante governava il territorio, permanendo in tale condizione per almeno tre secoli. La lunghissima pax veneta non trovò ostacoli: Asolo si sentì paga di quello che ebbe e affrontò anche la fornitura di cospicui finanziamenti nei momenti difficili della guerra contro i Turchi.
Gli eventi locali del tempo sono legati alla dialettica interna per la copertura e la gestione degli incarichi amministrativi: la città è retta da un Consiglio maggiore, eletto a vita, formato da 32 cittadini con proposte fatte da due sindici; i contadini o distrettuali hanno un Consiglio minore (o dei capi di colmello, circoscrizioni amministrative minori), con due rappresentanti per ognuno dei quattro quartieri con incarico a termine. Il Consiglio maggiore trattava dei problemi della città e del territorio con particolare riguardo alla manutenzione degli immobili pubblici non statali, delle strade e delle chiese. Grande importanza rivestiva l'estimo, come strumento per l'imposizione fiscale e il controllo politico territoriale: i contribuenti erano divisi in cinque categorie: Veneti, Forestieri, Cittadini, Clero e Contadini.
Un grande movimento di interessi fu collegato alla vendita dei terreni pubblici che appartenevano un tempo ai comuni ed erano stati demanializzati nel 1475 da Venezia, noti come Beni Comunali. Si trattava dei due terzi dell'intero territorio asolano messo in vendita dallo Stato, ma solo quello in pianura e collina trovò acquirenti. Questa vendita cambiò profondamente l'aspetto del paesaggio agrario con la nascita di numerose aziende agricole, di case signorili e con il non trascurabile mutamento della composizione della popolazione locale, dove la mobilità delle persone era determinata dalle opportunità di sfruttamento dei terreni distribuiti in più comuni e appartenenti a ricchi signori.

Eventi eccezionali furono il ripetersi delle pestilenze nel sec. XVI e il massacro di una ventina di Ebrei nel 1547 compiuto materialmente da contadini, ma che consentì ai più ricchi cittadini di sostituirsi a coloro che tradizionalmente svolgevano attività connesse alla finanza e quindi di controllare poi il prestito di denaro in loco.
Un altro momento di crisi fu il terremoto del 1695, che è noto non solo per la documentazione pervenuta, ma anche per le pratiche devozionali messe in essere in quell'occasione e conservatesi nel tempo. Fu un terremoto rovinoso che rese difficile il recupero del livello economico, anzi il distretto iniziò una lunghissima e lenta decadenza che gli sforzi di ostentazione di ricchezza di certe famiglie asolane non attenuano.
Tuttavia, in virtù dello sviluppo agricolo e artigianale, il distretto di Asolo si arricchì. Il centro, più che l'attività industriale, cercò tuttavia di curare la propria immagine, ottenendo da parte di Venezia l'attribuzione del titolo di città e la ricostituzione della collegiata dei canonici che iniziarono un lungo contenzioso con il presule di Treviso per far ripristinare la sede vescovile ad Asolo. Anche la vita culturale ebbe impulso con la nascita dell'Accademia dei Rinnovati, alla quale subentrò poi la società del Casino, un club per il ceto più elevato.