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OTTOCENTO E NOVECENTO AD ASOLO 

 

Dall'anno 1796 il territorio fu solo marginalmente interessato dai fatti d'arme della campagna d'Italia di Napoleone. I mutamenti politici dei due decenni che seguirono, favorirono il prevalere politicoeconomico dei distretti vicini; così Asolo dovette cedere a Bassano i comuni di Romano e Mussolente e a Montebelluna quelli di Cornuda e Crocetta, pari a circa un sesto della popolazione. Per un breve periodo anche Altivole, Caselle e San Vito gravitarono su Castelfranco.
Tale riduzione del distretto costò cara agli asolani, perché l'Austria tolse anche le scuole di secondo grado. In città scomparvero gli ultimi due conventi, acquistati all'asta da privati in occasione della soppressione degli enti ecclesiastici e lasciati poi deperire vistosamente; nel 1819 si demolì gran parte del Castello, sede del podestà veneziano.
Ad Asolo si cercarono delle soluzioni che rimediassero questo stato di cose, soluzioni che però non diedero gli effetti sperati. Il recupero infatti fu poco percettibile e si verificò anzi una graduale scomparsa delle famiglie nobili; d'altra parte si ridussero anche gli uffici statali e pubblici fino ad allora in funzione. Nel corso del XIX secolo cominciarono pure ad arrivare ad Asolo nuove famiglie, che, sebbene si mostrassero disposte a lavorare per il risveglio politico economico della città, non riuscirono purtroppo ad imprimere una svolta decisiva alla situazione in atto.
Sotto la dominazione austriaca furono istituiti: la pretura nel 1818 in sostituzione della giudicatura di pace, la società filarmonica e la casa di ricovero nel 1824, un servizio postale quotidiano con Montebelluna nel 1847; si procedette anche alla ricostruzione del teatro comunale nel 1857.
Dopo l'annessione all'Italia si costituì il comizio agrario nel 1867, si fondarono la banca popolare di Asolo nel 1873, la società operaia Garibaldi e il Museo nel 1882; nel 1899 si aprì la scuola ginnasiale. Qualche anno prima, nel 1874, dopo l'analisi di vari progetti, si demolirono alcune case allo scopo di creare una piazza ove trasferire la fiera che in agosto si teneva ai piedi delle colline; la fiera rimase tuttavia fino ai nostri giorni a Casella e la nuova piazza fu da allora utilizzata come mercato cittadino.


Politicamente la vita cittadina fu governata dai liberali, mentre i cattolici vi si inserirono a poco a poco. Si nota la presenza di benestanti inglesi tra cui il poeta Robert Browning e molti altri, come da ultima la scrittrice e viaggiatrice Freya Stark.
Nel Novecento la città vive in modo diverso la dura realtà delle due guerre mondiali: nella prima si trovò a ridosso della linea del fronte sul Grappa e sul Piave, mentre nella seconda fu sede tra l'altro di uffici della Repubblica di Salò.
A partire dalla seconda metà del Novecento la città ha assunto una grande importanza turistica per aver conservato nel tempo molti degli aspetti della venezianità; per questo sono stati e sono condotti lavori di restauro e di ripristino di singoli monumenti o comparti urbani.
Il rovescio della medaglia è invece rappresentato una volta di più dalle ristrutturazioni dei servizi pubblici che allontanano da Asolo gli uffici del Catasto e del servizio elettrico, mentre è ormai in sostanza decisa l'eliminazione dell'ospedale (fondato nel 1342) e della pretura (istituita da Venezia nel 1339).
In questi ultimi due secoli Asolo ha dovuto vivere in maniera inversa la situazione di quando divenne municipium romano e podesteria veneziana: allora la città era un punto di aggregazione per la presenza di notevoli risorse; oggi invece subisce lo stesso fenomeno di spopolamento che si nota anche a Venezia. Il centro storico sembra avviato a una vocazione univocamente turistica, mentre le attività produttive si sono sviluppate in pianura a mezzogiorno della città, con prevalenza del settore terziario.