TRADUCI IN

 

PRIMO TRECENTO AD ASOLO 

 

Nella prima metà del Trecento Asolo dipendeva quindi da Treviso. Dal capoluogo arrivavano i capitani, i custodi della Rocca e, in caso di grave pericolo e per tempi brevi, un sopracapitano alloggiato nel castello del vescovo. Inoltre venivano regolarmente inviati gli esattori per la riscossione delle imposizioni, i giudici del maleficio, i magistrati che amministravano la giustizia durante la fiera dell'Assunta e i tecnici che verificavano l'esatta esecuzione degli ordini impartiti dalla città dominante.
Il vescovo aveva perduto il potere politico amministrativo che aveva avuto cento anni prima, ma aveva ancora molto potere in ambito locale. Infatti con lo strumento del rinnovo degli affitti e dei livelli interveniva in maniera determinante sulla struttura economica e sociale del luogo, avendo egli la proprietà dell'intero Borgo novello e di buona parte di quello vecchio.
Data la situazione politica, il comune di Asolo osservava gli Statuti di Treviso, che prevedevano l'obbligo del servizio militare (le cosiddette mostre); nel contempo a Treviso erano mandati i figli a studiare dopo le scuole primarie che venivano frequentate ad Asolo.
La composizione sociale degli abitanti del borgo per la maggior parte era costituita dal ceto appartenente a quello che oggi si chiamerebbe «terziario», cioè impegnato nella produzione, nel commercio e nella finanza. Tale struttura può essere ricavata nel dettaglio con l'aiuto dell'elenco nominativo contenuto nel Quaternus focorum del 1314, dove per 35 capifamiglia asolani su 57 viene specificata la professione, oltre alle quote estimali. Braida aveva 13 fuochi, compresi gli habitatores del vescovo di Treviso, di Artico e di Zanibella da Asolo; Villa d'Asolo ne aveva 42, per un totale con Asolo di 99 fuochi (con la specificazione che i due comuni erano uniti: Villa... facit cum burgo).
Molti atti del notaio Prosdocimo contemporanei al Quaternus focorum riguardano il prestito di denaro da parte di Giovanni da Firenze, che agiva per conto di Bindo Liazaro da Firenze, un importante banchiere di Treviso. Tale notizia porta a considerare come tale attività finanziaria permettesse la realizzazione di investimenti che davano incentivo alla vita economica del borgo.
I documenti di questo periodo indicano che Asolo era sempre dominata dalla Rocca di Braida, dove risiedeva in permanenza una guarnigione di 12 soldati comandati da due capitani; nel castello inferiore invece aveva sede l'amministratore del vescovo, il nobile Giovanni da Cusignana vilicus de Asyllo pro domino Castelano, Dei gracia, episcopo tarvisino.
Nessun atto interessa la vita amministrativa del comune di Asolo, alcuni invece riguardano la scuola dei Battuti o scuriatorum che aveva per gastaldi Flemano precone e Martino da Lamon.
Non mancano riferimenti ai luoghi della città ove si rogavano gli atti, quali la piazza, le porte di San Servasio e del Foresto, la fontana, il porticus del comune (poi sede della loggia), la chiesa di S. Maria e l'unico convento allora esistente, quello di S. Angelo dei frati minori. Le case erano per lo più coperte da tegole o da paglia (la documentazione è tuttavia del secolo successivo); le scandule o tegole lignee sono segnalate in una casa posta in Asolo in Costa del Biordo, oggi ubicata al di fuori delle mura.