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ITINERARIO STORICO BASSANO

 

Bassano, il Monte Grappa e tutto il territorio del pedemonte sono stati pesantemente coinvolti nei due grandi conflitti mondiali che hanno caratterizzato la storia italiana e mondiale del ‘900. Nel corso del primo conflitto mondiale (1915/1918) dopo la rotta di Caporetto (24/10/1917) il fronte di guerra si attestò lungo il Piave e lungo le dorsali dei monti fra i quali, appunto in primo luogo, il Monte Grappa. Conseguentemente la città ed il pedemonte divennero immediate retrovie del fronte risentendo le conseguenze di essere zona di guerra e ciò fino alla battaglia di Vittorio Veneto che il 4 novembre 1918 chiuse il conflitto. Di questo periodo restano in città numerose e significative testimonianze tutte visitabili lungo un vero e proprio percorso della memoria. Innanzitutto il Tempio Ossario, costruito nel primo decennio del XX secolo per diventare il nuovo duomo della Città e che invece fu destinato ad ospitare i resti di 6000 caduti della Grande Guerra. L’imponente costruzione neogotica (visitabile tutti i giorni con orario 9.00-12.00,15.00-18.00), in mattoni rossi con doppio campanile, domina il Piazzale Cadorna recentemente impreziosito da una grande fontana dello scultore povese Natalino Andolfatto.

A nord della città, nella piana della Conca d’Oro – Prato Santa Caterina, la città ha realizzato un ampio nuovo parco dedicandolo ai Ragazzi del ’99, l’ultima classe di leva della Prima Guerra Mondiale, che segnò in maniera decisiva la sorte del conflitto. E proprio al centro del parco, si erge il monumento ai Ragazzi del ’99, con annesso sacello votivo, fortemente voluto dalla loro associazione. Poco più in alto, al terminale nord di Viale delle Fosse, si erge possente ed austero il monumento eretto nel 1938 per commemorare il generale Gaetano Giardino, comandante della 4^ Armata, la cui figura in bronzo è rivolta appunto in direzione del Monte Grappa.


Ed il Monte Grappa è il luogo ove si sono scritte le pagine più significative della storia del ‘900 nel bassanese. Nell’ultimo anno del primo conflitto mondiale il Grappa fu fronte di guerra e teatro di aspre battaglie. A memoria e testimonianza di ciò l’intera area sopra i 1700 metri è stata dichiarata monumento nazionale e zona sacra. La spianata sommatale ospita il maestoso sacrario dei caduti italiani (12.615 di cui 10.322 ignoti) interamente realizzato in pietra del Grappa da Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni. Inaugurato nel 1935 si imposta su cinque fasce ad arco, sormontate dalla tomba del Gen. Giardino, dal sacello della Madonnina e da un belvedere dal quale si possono individuare tutti gli altri teatri di guerra dal Piave al Pasubio. Accanto al sacrario italiano è situato quello austroungarico con oltre 10.000 caduti quasi tutti senza nome. Nella zona sacra è stato allestito un interessante e documentato museo dal quale si accede alla galleria Vittorio Emanuele III, parzialmente visitabile, che penetra per quasi un chilometro e mezzo sotto la vetta raggiungendo, con le diramazioni secondarie, uno sviluppo di oltre 5 chilometri.

Ma il massiccio del Grappa fu anche l’epicentro, nel biennio conclusivo della seconda guerra mondiale, della sanguinosa lotta di liberazione che valse alla Città di Bassano del Grappa il conferimento il 9 ottobre 1946 della medaglia d’oro al valor militare. E sul massiccio del Grappa operarono in quel biennio le formazioni partigiane Italia Libera, Matteotti e Garibaldi: momento culminante il terribile episodio del rastrellamento del Grappa dal 20 al 23 settembre che oltre a contare quasi 500 morti culminò il 26 settembre 1944 nell’impiccagione di 31 giovani, la maggior parte agli alberi di Viale XX Settembre, da allora denominato Viale dei Martiri. E i lecci del viale custodiscono ancor oggi le immagini ed il ricordo di quei martiri e di quel fatto. Ed è appunto con una passeggiata, silenziosa e memore, lungo il Viale dei Martiri, su quella straordinaria balconata naturale che si protende verso la Valbrenta ed il massiccio del Grappa che si conclude il percorso della memoria iniziato al Tempio Ossario.