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La SERENISSIMA a MAROSTICA 

Nel 1404 Marostica passa alla Serenissima Repubblica di Venezia.
Marostica è sede di una vasta podesteria e, assieme a Lonigo, altra città murata del vicentino, ha il privilegio di avere un podestà direttamente scelto e nominato da Venezia.
La grande e suggestiva Piazza viene arricchita dalla costruzione di una fontana, purtroppo non più ammirabile; ma la grande Piazza è soprattutto simbolo dell'intensa vita politica e commerciale della città: racchiusa com'è a sud dal Castello Inferiore, edificio pubblico-militare e a nord dalla «Rocca di mezzo», Palazzo del Doglione, ex sede della Banca Popolare di Marostica, il più antico istituto di credito della città.
Il sec. XV è soprattutto un secolo di «edificazione religiosa».
Dentro la cerchia muraria nel 1450 e nel 1486 vengono erette rispettivamente la Chiesa di S. Marco e la Scoletta del SS. Sacramento, quest'ultima proprio di fronte alla Chiesa di S. Antonio Abate.
Nell'antico Borgo, invece, viene edificata la Chiesa di S. Gottardo mentre la Pieve di S. Maria, il Domo, viene restaurata e ampliata.
Ma la costruzione più importante che viene a cadere proprio negli ultimi anni del Quattrocento è il famoso Convento di S. Sebastiano, a est della Pieve di S. Maria e di cui tuttora si vedono le vestigia.
Il sec. XVI si apre tragicamente con la guerra della Lega di Cambrai: i Veneziani, sconfitti ad Agnadello, nel maggio del 1509, dalle truppe dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, vedono le terre della Repubblica invase dalle truppe tedesche.
Parecchio dovettero patire i marosticensi in questa guerra e Marostica venne occupata e rioccupata più volte dagli Imperiali e dalle milizie veneziane.
Alla fine Venezia ebbe la meglio e la guerra della Lega di Cambrai si concluse con l'evacuazione degli Imperiali dai territori della Serenissima.
Dal punto di vista religioso nel 1510 i Domenicani portano a termine la costruzione della chiesa e del Convento di S. Rocco (Borgo Panica, ad ovest della città, ora chiesetta dell'Ospedale Civile).
Per iniziativa di un facoltoso medico veneziano, Cornelio Bianchi, verso la metà del secolo XVI, si ha la costruzione della Chiesetta di S. Benedetto sul colle omonimo, nella fascia collinare orientale verso Marsan e Bassano.

Nel 1558 questa bella chiesetta, ora scomparsa, appare già costruita ed edificata.
Il podestà, a causa delle rovinose condizioni in cui era venuto a trovarsi il Castello Superiore in seguito alla guerra di Cambrai, stabilì la sua nuova residenza in quello Inferiore che, nel XVII secolo, il podestà Marino Nadal arricchì di una magnifica Cappella, attuale Sala del Consiglio.
Bisogna inoltre ricordare la Chiesa dei Carmini (1618-19) che viene a completare la serie degli edifici religiosi entro la cerchia muraria.
Questa bella chiesa, assieme alla Scoletta e alla Chiesa di S. Antonio Abate, crea uno degli angoli pi/uGrave suggestivi e mirabilmente sereni del centro storico.
Ma il Seicento è anche soprattutto il secolo della costruzione di molte chiesette nobiliari quali quelle di S. Gaetano, S. Rosa e S. Anna: sono chiesette annesse alle ville padronali e sorgono non nel centro cittadino bensì nella campagna periferica.
Inoltre è proprio in questo secolo, e precisamente nel 1685, che Marostica ottenne il titolo di «Città» dal doge Corner.
Il sec. XVIII è di grande rilevanza per Marostica ed il Vicentino in particolare per quel che concerne l'ultimo decennio.
Venezia assiste alla sua lenta decadenza, ai margini della scena politica europea, in malinconica solitudine politica cui fanno riscontro le feste ed i carnevali di una aristocrazia ormai fiacca e indebolita, in contrasto con la fierezza ed il coraggio dei suoi vecchi mercanti.
E così mentre l'entroterra veneto vede un crescendo di costruzione di ville, segno tangibile di una fuga, di un isolamento e di una crisi dell'attività politica, anche Marostica ed il suo territorio risentono di questo generale clima di indebolimento politico della Repubblica del Leone.