TRADUCI IN

 

EPOCA ROMANA A MAROSTICA 

A est del Monte Pausolino, sulla cui sommità si staglia in tutta la sua imponenza lo scaligero Castello Superiore, tuttora dominante la città, sorge il colle Pauso detto anche Monte della Croce o della Pace.
Qui sorgeva un antico fortilizio romano come è testimoniato da vestigia di pietra ancora visibili.
Altre fortificazioni, per lo più torri di guardia, sorsero ai piedi e sulla sommità del Pausolino e, con ogni probabilità, sulla cima del Monte Agù che, aguzzo, come dice il nome stesso, si eleva a occidente del Monte Pausolino.

Aretta votiva alla dea Diana, conservata nel loggiato del Castello Inferiore. L'iscrizione testimonia la diffusione della religione romana nel territorio di Marostica e così tramanda: « Grania Bacchis Deanae do de » (Grania - di bacco sacerdotessa - a Diana in dono diede).

I Romani concepirono queste opere di fortificazione con l'evidente scopo di controllare politicamente e militarmente sia la pianura sia le vie che portavano all'Altopiano dei Sette Comuni.
Un'ampia opera di « centuriazione » assicurò la coltura di fertili terre e nel contempo il consolidamento della egemonia romana del territorio.
A perenne suggello della romanità di Marostica rimangono alcune vetuste lapidi: una reca il nome di una tal Martina, giunta appositamente dalla Gallia per piangere la morte del « dolcissimo suo marito ».
Un'altra, visibile ora nel loggiato del Castello Inferiore, è una aretta votiva dedicata a Diana, dea della caccia, e reca la seguente iscrizione « Grania Bacchis Deanae Do De » (Grania - di Bacco sacerdotessa a Diana - in dono diede).
Inoltre il ritrovamento di monete appartenenti ai diversi periodi della dominazione romana costituisce un'ulteriore conferma della pregnanza della romanità marosticense.
Il Cristianesimo, al pari delle altre località del Veneto, si diffuse con particolare vigoria dopo l'editto di tolleranza dell'imperatore Costantino (313 d.C.) che poneva fine alle persecuzioni contro i cristiani.
Una tradizione leggendaria fa risalire al I' sec. d.C. l'origine della più antica chiesa di Marostica, la Pieve di S. Maria, detta anche il Domo: la costruzione sarebbe avvenuta grazie all'intensa opera evangelizzatrice del vescovo di Padova S. Prosdocimo.
E' , invece, storicamente probabile che questa Pieve sia stata fondata e si sia sviluppata non prima del IV sec. d.C..
Un nucleo sociale e religioso di una certa consistenza ebbe dunque a svilupparsi ai piedi del Pauso, con il sovrastante castello, attorno alla piccola chiesa di S. Maria, nella zona dell'attuale Borgo medievale, che costituisce pertanto l'impianto urbanistico più antico della città.