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ITINERARIO ARTISTICO IN VALBRENTA

 

Per conoscere la storia e l’arte della nostra valle, vi invitiamo ad una visita storico-artistica molto suggestiva lungo tutto il Canal di Brenta: un percorso alla riscoperta delle più significative espressioni artistiche, della religiosità popolare e delle antiche tradizioni della nostra gente.

Seguiremo un itinerario circolare, con partenza da Bassano, che rimonterà la sponda destra del Brenta (Campese, Campolongo e Valstagna) per scendere poi lungo la sinistra (Cismon, San Nazario, Solagna, Pove e Romano).

Alle porte della valle, tra le colline che coronano Bassano, le parrocchiali di San Michele, Valrovina, Rubbio e le chiesette campestri di San Giorgio e San Bovo dipendevano tutte dall’antica pieve di Sant’Eusebio. L’attuale costruzione è opera settecentesca di Giovanni Miazzi. Il soffitto è decorato con un trionfo di Cristo di Giovanni Anselmi.

A Campese, la chiesa di San Martino, sorta qualche secolo prima del mille, è il monumento più insigne della tradizione religiosa e civile del paese. La statua marmorea di S. Rocco, opera di Giambattista Fusaro, è uno dei rari esempi di artigianato povesano, voluto dalla pietà popolare per scongiurare il colera del 1836. Nella chiesa di Santa Croce, sempre a Campese, si segnala la pala, che raffigura la glorificazione di Maria, di Jacopo Da Ponte, detto il Bassano, e un affresco che appartiene agli inizi del sec. XVI.

La chiesa di Campolongo è la più recente delle sette cappelle sorte sul territorio del monastero di Campese. La facciata, dalle linee architettoniche neo - rinascimentali di fine settecento, e l’interno dell’edificio sono opera dell’architetto bassanese Antonio Gaidon. La costruzione, iniziata nel 1793, fu portata a termine dopo circa 25 anni. Il soffitto a vele è attribuito ad Antonio Canal. Ignoto, invece, l’autore di due pregevoli pale, secondo alcuni ritenute della scuola dapontiana.

La chiesa di S. Spirito ad Oliero è senza dubbio una delle più antiche del Canale di Brenta. L’originaria cappella del convento di S. Croce, con annesso ospizio, era stata eretta nel 1221 da Ezzelino II il Monaco, e da questi donata al monastero di Campese. Aveva giurisdizione sulla popolazione di Campolongo e Valstagna. Rifabbricata nel 1786, possiede numerose opere di insigni autori. La pala dell’altar maggiore è di Francesco Da Ponte (1523) ed è uno dei dipinti meglio riusciti del grande maestro. La pala denominata la "Cattedra" è invece di Jacopo Da Ponte, come pure quelle che raffigurano i santi Rocco e Sebastiano e la Madonna Assunta.

La chiesa di S. Antonio Abate a Valstagna venne consacrata nel 1861 e conserva tutta la preziosità, oltre che nella vasta e maestosa eleganza della sua navata, negli affreschi tiepoleschi del soffitto, nelle pale e nei dipinti. Gli affreschi del soffitto furono eseguiti nel 1921 dal pittore trevisano Carlo Vendramin e sostituirono un precedente affresco del 1786, perduto con la prima guerra mondiale. La Natività del Da Ponte, conosciuta anche come il "Presepio", è uno dei quadri più discussi della pittura dei Da Ponte: dove Francesco lavora per la prima volta, con pura opera di coloritura, in compagnia di Jacopo (l’opera è databile tra il 1530 e il 1535). Da segnalare la storica statua in legno della Madonna della neve, incoronata solennemente il 5 agosto 1638, e un suggestivo Crocifisso ligneo del sec. XVI. Opera pregevolissima attribuita a Palma il giovane è la Deposizione di Cristo (fine ’500); la pala del Crocifisso, pure in legno, è dello scultore valstagnese Marco Michielin (1854), un umile bottegaio che "ebbe a maestro la sola natura".

A nord di Valstagna, nella contrada Costa, la Chiesa è dedicata a San Giuseppe artigiano. Assieme alle chiese di San Marino, dedicata all’omonimo martire, e di Collicello, dedicata alla madonna addolorata, dal 1975 costituisce con queste un’unica parrocchia. Le tre chiese, completamente distrutte dai bombardamenti della prima guerra mondiale, furono ricostruite nell’immediato dopoguerra.

La chiesa di Primolano è recente. Risale infatti all’inizio del ’900. Di notevole interesse sono gli affreschi del Nasocchi, che apparteneva ad una nota famiglia di pittori bassanesi. L’altare in legno ci riporta all’arte degli scultori sudtirolesi.

A Cismon, la chiesa di San Marco sorse accanto ad uno dei più antichi ospizi per i pellegrini sulla via per la Germania; intitolata a San Marco, era in origine una chiesa campestre soggetta al monastero di Campese. Il presbiterio, risparmiato dall’alluvione del 1748, è rimasto integro, conservando elementi finemente lavorati in stile barocco che lo rendono degno di una cattedrale.

Di rilievo artistico la soffittatura, opera di Giambattista Canal (Canaletto), mentre sull’altare maggiore fa spicco la pala di Girolamo Da Ponte che raffigura la Madonna col Bambino, tra angeli e i santi Marco e Giustina (patrona della sinistra Brenta).

L’oratorio della Madonna del Pedancino, che troviamo poco oltre sulla riva destra del Cismon, fu ricostruito nelle attuali forme nel 1749, in seguito ad una terribile alluvione che, oltre a distruggerlo, ne strappò la venerata immagine della Madonna, che però venne ritrovata intatta a Friola, trenta chilometri più in basso lungo il corso del Brenta.

L’attuale chiesa di Carpanè, dedicata ai santi Pietro e Paolo, è risorta dalle rovine della prima guerra mondiale che aveva distrutto il primitivo oratorio del 1546.

Il bassorilievo del paliotto dell’altare maggiore è opera dello scultore bassanese Danilo Andreose (1972) e ancor più recente la nuova pala dell’altare, raffigurante i santi Patroni della comunità parrocchiale, opera del pittore padovano Dionisio Gardini (1981).

Il culto dei santi Nazario e Celso a San Nazario, come la presenza di altri santi di origine lombarda (Sant’Eusebio di Angarano, sant’Ambrogio di Valrovina e San Giorgio di Solagna) fa supporre che la diffusione del cristianesimo dalle nostre parti sia legata ai primi missionari provenienti da Milano nei secoli V e VI. La chiesa di S. Nazario si costituisce in parrocchia nel 1612 e solo nel 1682 si stacca civilmente da Solagna. L’altare maggiore è opera dei fratelli Cavallini di Pove (1911), mentre la vasca battesimale in marmo rosso di Pove risale al secolo XVII. La pala dei santi Nazario e Celso è della scuola Dapontiana (Sec. XVII). Più recenti gli affreschi del soffitto in stile neoclassico del pittore Bellunese Giovanni De Min (1848), con il martirio dei Santi Patroni.

L’antichissima chiesa pievana di Santa Giustina a Solagna, sorta prima del secolo IX, estendeva in origine la sua giurisdizione ecclesiastica su tutta la valle. La pala dell’altare maggiore, di Francesco Da Ponte, raffigura Santa Giustina tra i due santi guerrieri Michele e Giorgio. Anche l’icona della Madonna dell’aiuto, risalente alla stessa epoca, è di scuola Dapontiana. Di grande pregio il Crocifisso ligneo del XIV secolo, opera di autore ignoto, che veniva portato in processione dai flagellanti. Il soffitto in tela è del pittore cortinese dell’Ottocento Ghedina e raffigura il processo, il supplizio e il trionfo di santa Giustina.

La chiesa antica di Pove era sorta come cappella della parrocchia di Solagna. Quella attuale venne fabbricata nel 1614 e rifabbricata agli inizi del secolo scorso. È intitolata al vescovo di Trento, Vigilio, martirizzato nel 405. La figura del glorioso San Vigilio domina la pala dipinta da Jacopo Bassano (1536-37). Con S. Vigilio dialogano i santi Girolamo e Giovanni Battista. La chiesa conserva un prezioso Cristo ligneo, che viene portato solennemente in processione in occasione delle feste quinquennali.

La chiesa di Romano fu eretta probabilmente poco prima del 1400. Si ha notizia d’una cappella, in onore di Maria, che esisteva fin dal 1085. La chiesa attuale fu costruita nel 1880.