TRADUCI IN

 

CAPODANNO VENETO

 

Il capodanno veneto, fissato il 1º marzo, era una festività ufficiale della Serenissima Repubblica. L'uso di fissare l'inizio dell'anno in corrispondenza dell'inizio della primavera e del risveglio naturale della vita era pratica arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari, come nel caso del capodanno cinese.

La tradizione del capodanno veneto tuttora sopravvive nelle tradizioni di alcune zone della pedemontana berica, dell'altopiano di Asiago e in varie feste locali del Trevigiano e del Padovano, che la ricordano con l'usanza del Bruza Marzo (o Bati Marzo o ciamar Marzo), che significa risvegliare l'anno nuovo. In certe zone si offre tutt'oggi lo spettacolo di grandi falò per propiziare l'anno nuovo, in altre, come a Valdagno nella valle dell'Agno in provincia di Vicenza, si fa "Fora Febraro" con i "sciòchi col carburo" (botti provocati facendo scoppiare l'acetilene, prodotta unendo il carburo con l'acqua) e i bimbi girano per le strade battendo su pentole e coperchi, o trascinando in bicicletta o a piedi lattine vuote: il rumore scaccia il freddo Febbraio.

In genere gli storici concordano nel dire che i fuochi d’artificio furono inventati dai cinesi verso il X secolo dell’era volgare, quando si scoprì che miscelando salnitro (nitrato di potassio) con zolfo e carbone si produce un composto esplosivo. A portare questa invenzione in Europa furono esploratori occidentali, come Marco Polo, o forse mercanti arabi; quello che è certo è che già nel XIV secolo nel Vecchio Continente si allestivano grandiosi spettacoli pirotecnici.

Ma quella stessa polvere capace di creare bei giochi di luce cambiò il corso della storia in Europa. Uomini d’armi la usarono per lanciare proiettili di piombo, per far saltare in aria mura di castelli e per rovesciare governi, ed essa divenne nota come polvere da sparo. “Nel corso del Medioevo in Europa”, afferma l’Encyclopædia Britannica, “i fuochi d’artificio si diffusero verso occidente di pari passo con gli esplosivi per uso militare, . . . ed era l’artificiere militare che doveva organizzare spettacoli pirotecnici per festeggiare la vittoria e la pace”.