LA
VITA IN TRINCEA
Lo scrittore Curzio Malaparte fu soldato
volontario nella prima guerra mondiale e combatté sul Col di Lana. Così
scriveva nel suo diario: "La guerra è stata voluta dagli
interventisti, quelli che gridavano "Víva la Francia!" e
"Viva Trento e Tríeste!". I neutralístí non la volevano:
perciò urlavano "Abbasso la Francia!" e "Abbasso Trento
e Tríeste!". Noí, che stiamo facendo la guerra, non abbiamo
gridato nulla. Questo, in poche parole, è íl ragionamento che facevano
i nostri contadini e i nostri artigiani durante í primi mesi di
guerra".
Il nostro esercito, composto da gente umile, ubbidiente sino alla
remissione e devota e fedele all'autorità, era lo specchio dei popolo
di allora: contadini, artigiani e operai per lo più analfabeti.
Alcamo è un paese a 50 chilometri da Palermo e conta quattrocento morti
nella guerra dei 1915-'18: si pensi a quegli uomini abituati a vivere al
sole e al caldo, spediti a far la guerra senza preparazione in una
trincea dei Carso o dei Grappa, con il freddo e la neve di queste
latitudini e con superiori cui poco importava dei loro patimento mentale
e fisico; si immagini quanto hanno sofferto quegli uomini per poi dover
morire in uno dei tanti assalti tra quelle pietraie, ignorando contro
chi e per chi combattevano e senza capire il perché dei loro destino
così tragico!
I sottufficiali erano i più vicini alla truppa, perché parlavano lo
stesso linguaggio dei soldati, vivevano gli stessi problemi e il loro
grado di istruzione era più modesto e così riuscivano ad esprimersi in
modo più comprensibile per i livelli inferiori.
Gli ufficiali laureati o diplomati, invece, si comprendevano poco o
niente con la truppa, per cui durante la guerra gli ordini e le
istruzioni venivano impartite con una marea di circolari e libretti.
E' interessante esaminare uno di questi, redatto dal tenente colonnello
Umberto Camara per i suoi Granatieri di Sardegna.
BREVE MEMENTO sui principali doveri
in trincea, e in zona di riposo, dell'ufficiale subalterno comandante di
plotone
La ferrea disciplina è condizione
indispensabile per conseguire quella Vittoria che il Paese aspetta
fidente e che il suo esercito deve dargli
I - PREPARAZIONE PER RECARSI
IN TRINCEA
Adunata dei plotone e chiamata di presenza
Rivista e provvedimenti eventuali:
* Armamento (fucile pulito e lubrificato, regolare funzionamento del
congegno di carica e sparo, mirino non ammaccato; baionetta pulita,
appuntita, tagliente, che s'innesti perfettamente sul fucile)
* Cartucce (dotazione prescritta, stato di conservazione)
o Viveri di riserva
o Corredo (speciale attenzione alla calzatura)
o Equipaggiamento e materiali vari (borraccia piena d'acqua, coperta di
lana, attrezzo leggero e attrezzamento da zappatore, ghirbe, bidoni)
Il - PARTENZA PER LA TRINCEA
Adunata dei plotone e chiamata di presenza
Istruzioni ai comandanti di squadra per la sorveglianza durante la
marcia (attenzione ai bivi e a coloro che adducono pretesti per
fermarsi)
Collegamento coi reparto antistante (mettere in testa un graduato
intelligente, con tenebre profonde tenere contatto materiale)
Silenzio; divieto di accendere luci; evitare i rumori della gavetta e
dell'equipaggiamento. Il capo plotone marci in coda al reparto.
III - L'ARRIVO IN TRINCEA
Presa in consegna della trincea (constatando gravi deficienze o
irregolarità, verbalizzarle)
Collocamento delle vedette (scelta accurata, precisare bene i compiti e
accertarsi che siano stati compresi, accertarsi che siano in
collegamento a vista con quelle laterali, arma carica e baionetta in
canna)
Chiamata di presenza (per accertarsi che tutti abbiano seguito)
Ordine collocamento:
* degli uomini (contare le feritoie; all'alba accertarsi che tutte
abbiano campo di tiro. Gli uomini che possono rimanere a riposo si
dispongono ordinatamente e cioè senza ingombrare il passaggio)
o delle armi (somma cura!)
o dell'equipaggiamento (tenere sgombro quanto più è possibile il fondo
della trincea)
IV - LA DISCIPLINA IN TRINCEA
dei combattente (cura morale, mantenergli elevato lo spirito
aggressivo);
delle armi (ben pulite e unte; procurare che ogni soldato abbia nelle
giberne una piccola scatoletta di latta contenente una pezzuola imbevuta
di olio o di petrolio, per poter lubrificare ogni giorno il congegno di
carica e sparo dei fucile ed essere così ben certi dei suo
funzionamento);
delle munizioni (oltre la dotazione individuale portata dal soldato
averne in apposite nicchie qualche pacco; curare che i caricatori
sciolti non siano mai infangati o impolverati);
Attivissima deve sempre esplicarsi la sorveglianza sull'andamento dei
servizio per parte di tutti i superiori; inesorabile, severo, immediato
deve seguire sempre il castigo per ogni - sia pur lieve - inadempienza,
giacché si può essere battuti per una disgrazia, ma il lasciarsi
sorprendere rappresenta sempre una colpa imperdonabile.
Vigilanza, per evitare consumo abusivo di viveri di riserva (la razione
viveri di riserva (1 scatoletta di carne e 2 gallette) rappresenta il
vitto per l'intera giornata (due ranci più il pane); in caso di mancata
distribuzione di un rancio con viveri ordinari, il consumo della carne
in conserva è ragguagliato a 1 scatoletta ogni 2 uomini)
V - IL LAVORO IN TRINCEA
Esecuzione intelligente dei lavori (costantemente sorvegliati e diretti
in tutti i particolari di esecuzione)
Preparazione degli sbocchi offensivi e degli accessi alla trincea (i
primi si fanno con gradinate, scarpate, tagli o cunicoli, a seconda dei
terreno, eseguiti nella scarpata dei ciglio di fuoco, in corrispondenza
alle aperture già lasciate nel reticolato antistante; i secondi, con
lavori analoghi, nel rovescio della trincea, per favorire la rapida e
ordinata occupazione della trincea stessa).
VI- IL COMBATTIMENTO IN
TRINCEA
Sfruttamento giudizioso di tutta la linea di fuoco (non lasciare angoli
morti; studiarne i fiancheggiamenti)
Esigere fuoco calmo, mirato; attendere l'avversario al reticolato,
evitare spreco di rnunizioni.
Dimostrarsi animosi, energici e risoluti infondendo fiducia nei
dipendenti.
Repressione energica, usando, se dei caso, anche le armi, di qualunque
atto contro la disciplina o di codardia.
Predisporre per l'eventuale passaggio alla controffensiva (i capi
squadra conoscano gli sbocchi offensivi pei quali dovranno uscire gli
uomini rispettivi; distribuire le bombe a mano)
Predisporre le difese contro i gas asfissianti (assicurarsi che le
vedette sappiano segnalare le prime manifestazioni dell'impiego dei gas
per parte del nemico; in caso di allarme in tal senso, segnalarlo alle
linee retrostanti e laterali; applicazione delle maschere e degli
occhiali, preparazione sul ciglio dei parapetti di cumuli di rami o
stracci da incendiare; petardi a portata di mano per essere lanciati)
VIl - PATTUGLIE NOTTURNE IN
RICOGNIZIONE
Scegliere pochi uomini, animosi, calmi, di fede sicura. Possibilmente
studiare in precedenza il percorso da seguire, osservandolo bene dalla
trincea prima che annotti completamente.
Disimpegnare lo speciale mandato con audacia e con astuzia.
Riconosciuta la possibilità di catturare qualche vedetta nemica,
eseguirne la cattura senza rumori.
Ad esplorazione compiuta redigere breve e chiara relazione,
possibilmente corredata da schizzo.
Essere scrupolosi sia nell'accurato disimpegno dei mandato ricevuto che
nell'esposizione dei risultati.
Per il prestigio del grado di fronte ai propri inferiori, oltre che per
l'importanza dei servizio, non far mai meno di ciò che è possibile
fare, né tentare di far apparire più di quanto realmente si è fatto.
VIII - L'IGIENE IN TRINCEA
Costruzione di latrine (con scavo profondo e camminamenti per accedervi;
diuturna copertura con leggero strato di terra o calce)
Divieto assoluto di orinare nelle trincee e nei camminamenti (sarà
sempre possibile, quanto meno, di scavare un piccolo pozzo sul fondo
della trincea, coprirne l'imboccatura con graticcio di legno e
servirsene per orinatoio, curandolo come sopra si è detto per le
latrine)
Raccolta e sotterramento dei rifiuti (avanzi di rancio, stracci, ecc.)
Rifornimento acqua potabile (è fatto di notte, con la distribuzione dei
viveri caldi; curare il riempimento delle borracce)
IX - LA CONSEGNA DELLA TRINCEA
Preventiva pulitura generale. Copertura dei rifiuti.
Copertura delle latrine.
Riunione, per specie, dei materiali vari e degli attrezzi da lavoro in
consegna.
X - IN ZONA Di RIPOSO
Il comandante di plotone risponde direttamente al comandante di
compagnia della disciplina, del buon contegno, dei benessere degli
uomini dei suo plotone, nonché della buona conservazione delle armi,
del corredo e di tutte le altre robe che il plotone ha in carico.
Ricostruzione materiale
Inquadramento di nuovi elementi (cercare di conoscerli intimamente al più
presto, studiarne il carattere e le abitudini, invigilarne la condotta,
affezionarseli)
Accurata rivista onde disporre pel:
* prelevamento (o riparazione) di oggetti di corredo, di materiali
d'armamento e di equipaggiamento (non trascurare il medaglione di
riconoscimento);
* ricostituzione delle dotazioni individuali di viveri di riserva e di
cartucce; nettezza scrupolosa delle armi.
Ricostituzione morale
Stimolare il sentimento patriottico (il nostro dovere, come soldati e
come cittadini, nel momento attuale; obbligo di mantenersi sani di corpo
per poter dedicare tutte le nostre energie mentali e fisiche al completo
adempimento dei nostro dovere, verso la Patria e verso il Re);
Esaltare i valorosi, disprezzare i codardi; La punizione intervenga
pronta; l'immediatezza nel colpire riesce di salutare esempio, distrugge
sul nascere i germi dell'indisciplina, scongiura mali maggiori (non
punire per debolezza, per amore di quieto vivere o di falsa popolarità
significa mancare ad uno dei nostri principali doveri);
Insegnamento delle sanzioni disciplinari e penali e loro effetti;
Prospetto di tutte le ricompense a cui può aspirare il soldato;
Sviluppare e mantenere alto lo spirito aggressivo (occorre convincere il
soldato di questa assoluta necessità, esercitarlo molto nella scherma e
il fucile ed in giuochi atti ad infondere audacia e destrezza).
Un altro libretto ("Procedimenti
per l'attacco frontale nella guerra di trincea") così prescrive la
conduzione di un attacco:
PREPARAZIONE DELL'ATTACCO
Condotta dei tiro durante la
preparazione
Per l'artiglieria pesante, a tiro regolato e controllato, la durata di
una preparazione efficace può calcolarsi di 3 o 4 ore, e comprende
40-50 colpi per pezzo da 220; 50-60 per pezzo da 155; 60- 80 per pezzo
da 120. Per l'artiglieria da campagna leggera accorreranno 80-100 colpì
per pezzo, ma il tiro dovrà essere interrotto per verificarne i
risultati e occorrerà assolutamente proscrivere i tiri prolungati e le
grandi celerità di tiro (4 colpi al minuto al massimo e per non più di
10 minuti senza un tempo di arresto).
Distruzione di difese
accessorie
Impiegare promiscuarnente il 155 corto ed il 75. L'esperienza ha
dimostrato che occorre almeno una batteria da 75 ogni 200 metri di
fronte; se il numero di batterie disponibili non lo permette,
distruggere prima le difese di seconda linea, poi quelle di prima.
SVILUPPO DELL'ATTACCO
Al segnale convenuto e all'ora stabilita per l'attacco della fanteria,
l'artiglieria allunga progressivamente il suo tiro per costituire
davanti e sui fianchi zone interdette longitudinali e trasversali, al
riparo delle quali possa avanzare la fanteria. Non appena la fanteria ha
raggiunto le prime linee nemiche, l'artiglieria incomincia il suo tiro
di preparazione e di accompagnamento sulle seconde e terze linee e sui
camminamenti che ad esse adducono e su tutte le mitragliatrici che si
avviassero in quel momento; si oppone a qualsiasi contrattacco.
sfruttando ragionevolmente la celerità di tiro. L'esperienza insegna
che quando la preparazione di fuoco d'artiglieria sia stata bene
eseguita, il superare la zona delle difese accessorie nemiche non
presenta grave difficoltà. Una brigata basta ad alimentare l'azione per
una giornata, una divisione per due giorni.